Questa è la pagina dedicata a vegetariani.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Cucina Botanica”.
Scuola di cucina vegetariana
Un corso di cucina che, attraverso più di 500 foto step by step, illustra le tecniche di base della cucina vegetariana e le migliori ricette, appositamente ideate per il volume da Lena Tritto, insegnante di cucina e di alimentazione energetica. 4 sezioni: “cereali”, “legumi”, “tofu, seitan e tempeh” e “semi oleosi”. Ogni sezione è aperta da un’introduzione con caratteristiche, proprietà e utilizzi degli alimenti protagonisti.
Perché sono vegetariana
Margherita Hack tratta qui un tema di grandissima attualità accompagnandolo da esperienze personali e citazioni di grandi vegetariani della storia, della letteratura e dell’arte; da Plutarco ad Einstein, così come lo stesso Leonardo da Vinci. L’autrice, vegetariana dalla nascita, spiega perché uccidere gli animali per nutrirsi non è solo una barbarie ma un danno irreversibile per la salute e l’ambiente
Cucina Botanica
«Ho creato Cucina Botanica per aiutare le persone a scoprire il mondo dei vegetali in cucina, e imparare a vivere in modo più sano e più rispettoso dell’ambiente che ci circonda» – Carlotta Perego per Io Donna
Pagine ricche di consigli sull’alimentazione vegetale e su come interpretare in modi diversi gli ingredienti che abbiamo a disposizione, ottenendo piatti gustosi, adatti a tutte le stagioni e per tutta la famiglia. Suggerimenti per organizzare al meglio la spesa e il menu settimanale, perché Cucina Botanica offre un punto di vista innovativo, ma sa anche adattarsi ai ritmi frenetici di tutti i giorni. Scoprirete che cucinare i vegetali con amore è il modo migliore per rispettare noi stessi, gli animali e il pianeta.Opinioni:
Un libro da leggere come una mappa per orientarsi nel mondo della cucina vegetale, percorrendo nuove strade e sperimentando nuovi sapori. – LaFeltrinelli
Il mondo della cucina vegetale è visto da molti come un modo di alimentarsi sconosciuto, triste o limitato. A me piace pensare di poter diventare, un giorno, una delle persone che cambieranno questa errata percezione. Credo che i limiti apparenti di questa cucina siano, in realtà, un grande vantaggio creativo: portano infatti a spingersi più in là, a percorrere strade diverse e nuove, scoprendo sapori e abbinamenti che, in un’alimentazione tradizionale, magari non avremmo mai avuto l’opportunità di conoscere e portare in tavola. Portano a uscire dalla routine e a provare piatti (e tipi di cucina) diversi da quelli a cui siamo abituati. Ho creato Cucina Botanica proprio per questo: per aiutare le persone a scoprire il mondo dei vegetali in cucina, e di conseguenza a vivere in modo più sano e più rispettoso dell’ambiente che ci circonda. – Anonimo
Il Cucchiaio d’Argento. Vegetariano goloso. Basi, preparazioni, ricette. Ediz. a colori
Questo volume propone a tutti, vegetariani di stretta osservanza e onnivori, di variare il menu all’insegna di benessere e gusto. L’introduzione descrive gli ingredienti e fornisce consigli utili, mentre le preparazioni di base si potranno utilizzare per le oltre 100 ricette, descritte passo passo, che seguono il ritmo delle stagioni. Anche i meno esperti potranno spaziare tra sfiziosi antipasti e primi piatti, passando attraverso tante proposte di zuppe, di secondi e piatti unici. Ampio spazio è dato anche ai dolci e alle ricette adatte alle Feste, per cene conviviali in equilibrio con la natura. 15 preparazioni di base, oltre 100 ricette vegetariane, 100 fotografie.
La vegetariana
«È tutt’altro che un’opera ascetica: è un romanzo pieno di sesso ai limiti del consenziente, di atti di alimentazione forzata e purificazione – in altri termini di violenza sessuale e disordini alimentari, mai chiamati per nome nell’universo di Han Kang … Il racconto di Han Kang non è un monito per l’onnivoro, e quello di Yeong-hye verso il vegetarianesimo non è un viaggio felice. Astenersi dal mangiare esseri viventi non conduce all’illuminazione. Via via che Yeong-hye si spegne, l’autrice, come una vera divinità, ci lascia a interrogarci su cosa sia meglio, che la protagonista viva o muoia. E da questa domanda ne nasce un’altra, la domanda ultima che non vogliamo davvero affrontare: “Perché, è così terribile morire?”» («The New York Times»)
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