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Il libro dell’inquietudine
Le centinaia di riflessioni del più celebre eteronimo dell’autore, Bernardo Soares, raccolte in maniera disordinata e “aperta”, in una sorta di “zibaldone”, viene qui pubblicato in un’edizione curata dal lusitanista accademico Piero Ceccucci. Tragico, ironico, profondo e irrequieto, Soares riflette sulla vita, sulla morte e sull’anima, ma anche sulle sue memorie più intime e sullo scorrere del tempo, sui colori e le emozioni che osserva intorno e dentro di sé. Figura tragica e imprescindibile del nostro Novecento, Soares alias Pessoa scrive del proprio dolore con onestà e con una forza comunicativa che, nonostante l’incredibile delicatezza, riesce a tratti violenta e struggente. Soares il fragile, l’acuto, il silenzioso, abita la vita nei suoi toni più grigi, eppure l’ama come un vizio, come una droga, come una passione a cui non ci si può sottrarre, alla ricerca di un equilibrio perduto che, suo malgrado, non troverà.
Un’affollata solitudine. Poesie eteronime. Testo portoghese a fronte
Molta letteratura del Novecento ha tentato di rendere conto di quella frantumazione dell’identità, di quella moltiplicazione dell’io che la filosofia e la psicoanalisi avevano sancito in apertura di secolo. Nessun autore, però, si è avventurato negli enigmatici territori nei quali si è spinto Pessoa: creare personaggi poetici completi, con una propria biografia e una personale attività artistica. Veri e propri alter ego, gli “eteronimi” formano così una sorta di estensione del carattere del poeta, forzando un processo di ricerca della verità, un tentativo di leggere il mondo prendendo le distanze da se stessi che ha sollecitato le penne più illustri della critica letteraria. Questo volume raccoglie i più compiuti e meglio definiti eteronimi del poeta portoghese, Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Alvaro de Campos, illuminando, attraverso le loro vite e la loro opera, l’elemento più sorprendente e originale della poetica di Pessoa.
Poesie. Testo portoghese a fronte
È qui raccolta un’ampia antologia (172 componimenti) della poesia orto-eteronima più significativa di Fernando Pessoa. Ricchi di suggestioni, i versi firmati da Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Alvaro de Campos – i vari eteronimi dell’autore – costituiscono un inimitabile intreccio di voci, che proviene dal fondo della coscienza di un unico individuo, capace di accogliere in ciascuna parte di sé le tensioni più profonde dell’intero modernismo novecentesco europeo. Vivificato dal tocco del genio, viene inscenato un “dramma in gente”, che giunge fino a noi ammaliandoci ma anche inquietandoci profondamente. Postfazione di Piero Ceccucci.
Lisbona
Una vera e propria guida turistica di Lisbona, valida e utilizzabile ancora oggi, scritta nel 1925 dal più grande scrittore portoghese del Novecento: questi, in sintesi, il senso e l’importanza di questo volume, che accompagna il lettore alla scoperta di una delle più affascinanti e misteriose capitali europee. Scritta in inglese, questa guida faceva parte di un progetto più ampio e ambizioso che il Poeta voleva dedicare alla sua terra, rivendicandone il ruolo e l’importanza storica di fronte a un mondo che sembrava averla dimenticata: “All about Portugal” doveva intitolarsi la serie di pubblicazioni concepita da Pessoa e di cui questa guida resta la testimonianza più organica.
Il secondo libro dell’inquietudine
Il “Livro do Desassossego” è costituito soprattutto da una disordinata collezione di frammenti nutriti dalla linfa del desassossego – dell’inquietudine esistenziale, dello spleen, del perturbante. L’opera originale è di fatto uno zibaldone, un diario mai licenziato dall’autore come opera chiusa e compiuta. Nel 1986, Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi tradussero e curarono per Feltrinelli la prima edizione italiana del Livro do Desassossego, proponendo una scelta ragionata di lacerti da poco definitivamente attribuiti a Bernardo Soares – tratti dai due volumi della cosiddetta edizione “T” Prado Coelho – che finalmente dava a conoscere al pubblico, tentando una prima compilazione in forma di libro, lo zibaldone di Bernardo Soares filologicamente ancora “in divenire”. “Il secondo libro dell’inquietudine, a cura di Roberto Francavilla, completa il lavoro di Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre e gli rende omaggio (e proprio perciò contiene nel titolo l’arbitrio dell’aggettivo secondo).
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