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Calcio totale. La mia vita raccontata a Guido Conti
Lo scudetto all’esordio in serie A con il grande Milan; la partita perfetta contro il Real Madrid, trafitto cinque volte; Barcellona invasa da ottantamila milanisti; la finale vinta con lo Steaua, per la sua prima Coppa dei Campioni; l’epopea del mondiale americano del ’94: questi sono alcuni gloriosi momenti della vita di Arrigo Sacchi, il “profeta di Fusignano”. È proprio a partire dal piccolo paese natale a una trentina di chilometri da Ravenna che si sviluppa il racconto autobiografico di Arrigo: il padre gli regala il primo pallone e lui è il bambino più felice del mondo, gioca terzino sinistro ma capisce subito di non essere tagliato per il “calcio giocato”. Sarà Alfredo Belletti, bibliotecario e maestro di vita, il primo a suggerirgli un’altra via per rimanere nell’ambiente: “Se non puoi giocare, fa’ l’allenatore!”. In questo libro, Sacchi ci spiega che cosa ha significato per lui “fare l’allenatore”: lasciare il posto sicuro in una fabbrica di scarpe e scegliere un lavoro ricco di incognite e, all’inizio, non certo remunerativo; spaccare in due il mondo del giornalismo sportivo e del tifo con l’integralismo della sua filosofia calcistica. Lo guiderà, in ogni tappa della sua incredibile carriera un ardente e appassionato amore per il calcio, per lo sport inteso anche come etica e scuola di vita, capace di formare il destino non solo di un uomo, ma anche dei giovani di un intero Paese.
Cruijff. Calcio totale
Quanti sono stati i fuoriclasse che nel calcio hanno contrassegnato un’epoca? Pochi, certamente. Ebbene, Johan Cruijff ha fatto di più, perché ha caratterizzato e al tempo stesso rivoluzionato il football dalla fine degli anni Sessanta in poi, come irripetibile campione che, oltre a illuminare il gioco con un talento smisurato, ha fatto uscire una nazione intera, l’Olanda dei mulini e dei canali, da un semi-dilettantistico anonimato calcistico. In questo libro gli autori raccontano l’uomo e il calciatore, che una volta smessi gli scarpini e divenuto allenatore, ha ripreso e sviluppato quei concetti che prima aveva incarnato sul terreno di gioco, con le maglie dell’Ajax, del Barcellona, della nazionale olandese, l’Arancia meccanica dei mondiali del 1974. Senza quelle squadre e senza l’opera del Cruijff allenatore, non sarebbero esistiti il Milan di Sacchi prima e il Barcellona di Guardiola poi. Sullo sfondo, il mondo che cambiava, le varie rivoluzioni sociali e culturali, la nuova era che ebbe, tra le icone massime e più riconoscibili, una compagine di capelloni dal talento adamantino che da un rettangolo di gioco veicolavano un linguaggio nuovo, uno stile, un’idea; raccolti attorno al loro profeta, quell’Hendrik Johannes Cruijff che crebbe all’ombra dello stadio De Meer di Amsterdam, per poi diventarne la leggenda.
Azienda Totale: Strategie di management per allenare il talento
Arrigo Sacchi. Oltre il sogno
Con la sincerità e l’ironia del suo essere romagnolo, Arrigo Sacchi racconta l’uomo che si cela dietro la figura dell’allenatore. A guidarlo in ogni tappa della sua straordinaria carriera, ci sono valori, insegnamenti familiari, ricordi personali che nel corso degli anni ha saputo trasmettere ai suoi giocatori e a saputo portare sul campo. Questo libro esce in contemporanea con la mostra fotografica a lui dedicata che inaugurerà il 4 settembre 2021.
Brilliant orange. Il genio nevrotico del calcio olandese
Di “Brilliant Orange” Simon Kuper ha scritto che «usa il calcio per comprendere una nazione» Ma questa lode meritata deve anche essere capovolta: David Winner usa la cultura, la storia, l’arte e il paesaggio dell’Olanda per comprendere il “totaalvoetbal”. “Brilliant Orange” è così un vero e proprio libro totale sul calcio olandese e sulla sua enorme influenza, da Amsterdam a Barcellona e oltre, da Rìnus Michels a Van Basten, da Rijkaard a Guardiola. Winner racconta come un piccolo paese abbia avviato la rivoluzione del football moderno e in Johan Cruijff abbia trovato il massimo esponente di quella genialità nevrotica, il giocatore e poi l’allenatore simbolo. Cruijff è il giovane che non rispetta le regole e sul campo di calcio fa quello che i giovani Provos facevano per le strade nell’Olanda degli anni Sessanta. Ma l’autore ci mostra che il ribelle e i suoi compagni tanto si opponevano quanto portavano avanti, innovandola, la tradizione. Perché quella modernissima concezione del calcio fondata sullo sfruttamento e il controllo dello spazio di gioco proseguiva, in nuovi modi, la secolare battaglia degli olandesi per strappare terre al mare, e la geometrica perfezione dei quadri di Mondrian ritornava, in diversa forma, nei «Tulipani» su un prato erboso.
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