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Il manifesto del Partito Comunista
Alienazione, sfruttamento, mito della crescita economica infinita: sono le patologie su cui si fonda, secondo l’analisi di Marx ed Engels, il modo capitalistico di produzione. Le contraddizioni di questo sistema economico furono per la prima volta denunciate nel Manifesto del partito comunista, pubblicato a Londra il 21 febbraio 1848: Marx ed Engels pongono il concetto di lotta di classe alla base della propria teoria politica, individuando nel proletariato la speranza di un mondo senza classi in cui «il libero sviluppo di ciascuno è la condizione per il libero sviluppo di tutti» . Tra i testi politici più importanti di tutti i tempi, anche per la risonanza che ha avuto nella storia del Novecento, a oltre centocinquant’anni dalla pubblicazione il Manifesto continua a sfidarci con il suo messaggio.
La storia del comunismo in 50 ritratti. Ediz. a colori
Dalla Rivoluzione d’ottobre alla caduta del muro di Berlino Paolo Mieli ci accompagna, con un saggio denso di informazioni ma insieme godibilissimo, in un viaggio attraverso i temi chiave della storia del comunismo: la presa del potere di Stalin, il terrore, il ruolo dell’URSS nel conflitto mondiale, la guerra fredda, i rapporti con l’Italia fino alla perestroijka di Gorbačëv, il crollo del muro, Eltsin e l’avvento di Putin. E, a seguire, tratteggia con maestria il profilo di 50 uomini che ne sono stati protagonisti – da Lenin a Dubčeck, da Gramsci a Berlinguer, da Aragon a Calvino – ognuno accompagnato da un ritratto disegnato ad hoc per il libro da Ivan Canu, una delle più interessanti voci dell’illustrazione italiana.
Opinioni:
Un saggio, da un maestro del giornalismo italiano, per conoscere la storia del comunismo attraverso i fatti e le vite dei suoi protagonisti, con illustrazioni inedite e originali. – LaFeltrinelli
Ritratti veri, appassionati, talvolta irriverenti perché “quando studi la Storia devi essere in grado di lodare le luci e denunciare le ombre”. – LaFeltrinelli
Il comunismo spiegato ai ragazzi
Ancora oggi molte persone sono portate a credere che il socialismo sia uno spauracchio da temere perché mirerebbe a sottrarre la proprietà privata agli individui e a ridurre in miseria le popolazioni. Per avere un’opinione sul socialismo, però, bisogna innanzitutto conoscerlo veramente. Questo libro si presenta come un corso di formazione che introduce il lettore allo sviluppo del pensiero socialista e al pensiero dei suoi più grandi interpreti, sfatando alcuni dei più classici luoghi comuni legati a questa dottrina. Cosa s’intende per lotta di classe? Che cos’è il plusvalore? Come mai il capitalismo non è un modello sostenibile? L’obiettivo del volume non è quello di realizzare un’esercitazione teorica, ma di mettere a disposizione una “cassetta degli attrezzi” necessaria per chi non si rassegna a subire l’esistente e s’interroga criticamente su come diventare artefice diretto del cambiamento, dalle avanguardie di classe ai movimenti sociali che concretamente intendono impegnarsi per cambiare il mondo.
Comunicazione : 4 libri in 1 Comunicazione persuasiva comunicazione efficace comunicazione ipnotica comunicazione comunicazione pubblica
Il libro nero del comunismo europeo. Crimini, terrore, repressione
Pubblicato nel 1997 e tradotto in venticinque paesi, questo studio ha avviato un vasto dibattito a livello internazionale, accompagnato da inevitabili polemiche. Questa nuova opera collettiva, curata da Stéphane Courtois, approfondisce e completa il lavoro di bilancio e di analisi inaugurato allora, prendendo in considerazione i crimini del comunismo in Europa. Affermati storici e studiosi europei e americani mettono in luce tragedie che troppo spesso sono state sottovalutate o deliberatamente ignorate, per fare emergere la verità. Scopriamo così come in Estonia i “battaglioni di distruzione” comunisti abbiano avuto, durante l’ultima guerra mondiale, diritto di vita e di morte su quanti cadevano nelle loro mani; come la popolazione bulgara abbia conosciuto per decenni il terrore di massa; come nel famigerato carcere rumeno di Pitesti i detenuti venissero costretti a torturare i loro stessi compagni. Per non parlare delle angherie perpetrate con il massimo zelo dalla Stasi nella Repubblica democratica tedesca. Questo libro indaga su uno degli interrogativi più sconcertanti della storiografia novecentesca: perché il comunismo, nonostante i fallimenti e le tragedie che ha provocato per quasi un secolo, possa ancora rappresentare per moltissime persone un ideale di giustizia e di progresso.
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