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Controtransfert. Manipolazione e seduzione
Alba è un’affermata psicologa, che quotidianamente si confronta con le difficoltà e i demoni altrui, inferni interiori dai quali, grazie alla sua professionalità, riesce sempre a non farsi risucchiare. Tutto cambia quando nel suo studio entra Lucio, un uomo affascinante e introverso: tutt’a un tratto tra psicologa e paziente i confini diventano meno definiti, in un gioco di attrazione e manipolazione in cui è sempre più difficile comprendere chi seduce e chi viene sedotto.
Il controtransfert
Argomento centrale di questo volume è il controtransfert, vale a dire l’insieme degli atteggiamenti e sentimenti, consci o inconsci, dell’analista riguardo al suo paziente. Secondo l’autore l’analista deve riconoscere con onestà e umiltà i pensieri, le fantasie e le emozioni, anche i più personali, che vengono suscitati in lui dal rapporto con un determinato paziente, come derivanti in massima parte dalla storia di vita del paziente stesso. Il volume prende in esame i diversi processi psicodinamici caratteristici dei pazienti borderline, schizoidi, narcisisti o gravemente nevrotici, e ripropone intuizioni teoriche dell’autore quali il concetto di simbiosi e l’immagine del “paziente come terapeuta del suo analista”.
La luna nel pozzo. Famiglie, comunità terapeutiche, controtransfert e decorso della schizofrenia
Il libro tratta l’argomento schizofrenia. Il lavoro clinico da cui parte l’autore è quello proposto da un gruppo di operatori che si occupano di pazienti cronici presso una comunità terapeutica. Ne prende spunto per una presentazione di una teoria generale del disturbo schizofrenico basata sulle esperienze più recenti della psicoanalisi e della terapia familiare sistemica. Viene così presentata un’ipotesi originale sulla cronicità di un decorso definito da sempre imprevedibile e spiegato qui come la conseguenza naturale e obbligata di una fissazione controtransferale dei terapeuti: come l’effetto, cioè, di una distorsione delle relazioni che il paziente stabilisce con loro oltre che con i membri della sua famiglia.
Controtransfert e relazione analitica
Controtransfert e regressione
Spirito creativo e in parte autodidatta, Boyer è diventato una leggenda già nel corso della sua vita. È stato uno dei pochi analisti che hanno avuto il coraggio di sperimentare il trattamento psicoanalitico della schizofrenia, della psicosi maniaco-depressiva e di altri disturbi mentali primitivi, un tempo definiti ‘nevrosi narcisistiche’ e considerati, con l’avallo dello stesso Freud, non trattabili con il metodo psicoanalitico. Particolarmente degno di nota è il suo lavoro sul controtransfert. Boyer ha sempre criticato chi si limitava a sottolinearne gli aspetti di resistenza ed era convinto che tra transfert e controtransfert esistesse un’assoluta interdipendenza. Oggi tutti sappiamo cosa ci sia dietro la resistenza ad accettare formalmente il valore clinicamente positivo del controtransfert. Gli analisti perdono la barriera protettiva della neutralità e, di conseguenza, il loro senso di sicurezza rispetto all’intimità intersoggettiva e al coinvolgimento emotivo. Un altro aspetto di Boyer è degno di nota: la sua attività antropologica a carattere psicoanalitico, svolta insieme alla moglie Ruth tra le tribù Apache. Boyer ha studiato alcuni di questi nativi americani con il test di Rorschach sottoponendone altri a psicoterapia psicoanalitica. Il suo lavoro antropologico è perfettamente in linea con la sua tecnica psicoanalitica.
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