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Epistemologia genetica e costruttivismo
Il volume si propone di individuare le strette connessioni tra il movimento costruttivista e i grandi problemi dell’epistemologia genetica di Jean Piaget. Inevitabilmente l’adozione di un simile intento ha condotto a considerare un sempre più vasto numero di problematiche, in ossequio alla fondamentale tesi piagetiana decisamente avversa ad una concezione locale e parziale della conoscenza, e che per questo non poteva né doveva essere una feyerabendiana “consolazione” per lo specialista. Da qui la progressiva adozione di un approccio globale alle problematiche dello sviluppo cognitivo, che proprio per la sua natura deve correlare, in modo dialettico piuttosto che sistemico, le componenti essenziali (biologica, sociale, ambientale), che costituiscono questi studi. Il presente lavoro è da intendersi come appartenente alle scienze dell’uomo che, grazie alla definizione data, devono andare oltre la oramai canonica e stantia suddivisione delle discipline, per spingersi in ambiti solo ideologicamente ritenuti tra loro separati ed incommensurabili. Da qui la necessità di riprendere un legame con la filosofia, che fornisce problemi epistemologici di capitale importanza e demanda la loro discussione e soluzione a discipline specifiche, senza mai scinderle l’una dall’altra.
Costruttivismo e teoria della società. Procedendo sulla scia di Niklas Luhmann
La riflessione dello studioso tedesco Niklas Luhmann si inserisce all’interno delle spinose problematiche epistemologiche del costruttivismo verso cui convergono differenti ambiti di indagine (biologia, neurofisiologia, termodinamica, scienze cognitive, teoria dell’informazione, cibernetica di secondo ordine, teoria dell’evoluzione, scienze dell’educazione e della formazione e altro ancora), sviluppandone ulteriormente la portata nel quadro di una prospettiva genuinamente sociologica. Questo libro intende ripercorrere i passaggi topici della realizzazione del progetto luhmanniano di una teoria sistemico-costruttivista della società, e ciò nel tentativo di far emergere, da questo percorso indubbiamente complesso, problemi inediti e stimolanti – o quantomeno, più modestamente, facendo affiorare certe idee del passato sotto una luce nuova.
Il costruttivismo radicale. Una via per conoscere e apprendere
“Il soggetto pensante non ha alternativa: può solo costruire ciò che sa sulla base della sua stessa esperienza”. Nel Costruttivismo radicale, Ernst von Glaserfeld formula la più articolata e la più coerente versione del suo costruttivismo: – un approccio non convenzionale al problema della conoscenza e del conoscere. Parte dall’assunto che la conoscenza, indipendentemente da come venga definita, sta nella testa delle persone” – un approccio che è “radicale”, in quanto comporta una ricostruzione dei concetti di “conoscenza, verità, comunicazione e comprensione”. Così, se da un lato – laboriosamente e lucidamente, sapendo far tesoro di ogni tentativo di rottura nei confronti della teoria della conoscenza di matrice filosofica – può ripercorrere i tratti salienti di un percorso che va da Giambattista Vico a Immanuel Kant, dall’altro può riconnettersi all’epistemologia genetica di Jean Piaget e all’analisi operativa di linguaggio e pensiero proposta da Silvio Ceccato. In una narrazione di rara chiarezza, biografia, puntualizzazioni metodologiche, idee filosofiche e scoperte scientifiche si intrecciano in profondità coinvolgendo il lettore nella riscoperta di sé e della propria evoluzione nonché nella parallela avventura umana di una grande coscienza critica del Novecento.
Paura di conoscere. Contro il relativismo e il costruttivismo
L’autore, in questo suo libro, vuole confutare alla radice l’idea che non esistano una verità o una conoscenza oggettive, ma soltanto prospettive particolari sul mondo. L’autore non crede che la filosofia abbia scoperto ragioni forti per rigettare il convincimento del senso comune secondo cui le cose sono del tutto indipendenti dalle nostre opinioni e secondo cui siamo quindi perfettamente in grado di produrre argomentazioni razionali intorno ad esse.
Costruttivismo e psicopatologia tra epistemologia e clinica
Il disturbo psichico può essere considerato una sorta di cosa in sé, una essenza che si collochi in un luogo o in un processo della mente umana? Le nosografie psichiatrico-psicologiche periodicamente mutano, si arricchiscono e si impoveriscono, così come mutano i criteri e le parole per individuare e descrivere un certo disturbo. Cosa definisce allora un disturbo psichico, la sua natura, la sua forma? Il volume ricostruisce il contributo che l’epistemologia costruttivista può ancora offrire alla clinica contemporanea, proponendo l’idea che in ambito psichiatrico e psicologico la diagnosi esprima un carattere liminare, si collochi cioè al confine tra le forme e i vissuti personali e le forme e i costrutti impersonali, ovvero sociali e culturali.
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