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Il dono del silenzio
Viviamo alla continua ricerca della felicità, e nella corsa senza sosta per raggiungerla non ci accorgiamo delle straordinarie meraviglie di cui è già ricco il mondo attorno a noi. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante la bellezza ci chiama, ma raramente ci poniamo in ascolto. Perché per avvertire la sua voce e poterle rispondere è necessaria una condizione divenuta rara: il silenzio. In questo piccolo libro, il monaco buddhista Thich Nhat Hanh ci mostra il percorso da intraprendere per superare la gabbia di rumore che ci circonda privandoci della libertà, e ci indica un sentiero di pace tra i luoghi più confusi e caotici della nostra mente. “Il dono del silenzio” ci permette così di ristabilire, dentro di noi, quell’ordine e quella serenità in grado di farci guardare in profondo ciò che ci circonda, per comprendere chi siamo realmente e cosa davvero vogliamo dalla nostra vita.
La cura del silenzio. Come il potere della calma può trasformare le nostre viste
Un minuto di silenzio può essere magico. Sospendere tutte le attività, rimanere lì senza fare niente per alcuni secondi sembra fermare il fluire del tempo. Si apre uno spazio diverso, i contorni del mondo sono più netti e, come spiega l’autrice in questo libro, scopriamo pensieri e verità capaci di migliorare la nostra vita. Il silenzio favorisce la concentrazione perché placa la mente, e talvolta non esprimere subito un’opinione, non rispondere di getto a quella che ci sembra una provocazione, non dare libero sfogo a lamenti e recriminazioni può far sciogliere come neve al sole seccature e conflitti. Non c’è bisogno di un ritiro in un monastero, ci spiega l’autrice, monaca buddista, per esercitare il silenzio e beneficiare delle sue virtù. «La cura del silenzio» insegna, infatti, con leggerezza e un pizzico di poesia, a trovare calma, mente aperta, consapevolezza anche nella vita di tutti i giorni, e a riportare in equilibrio le nostre emozioni.
silenzi assordanti
Il silenzio. Uno spazio dell’anima
In media, perdiamo la concentrazione ogni otto secondi: la distrazione è ormai uno stile di vita, l’intrattenimento perpetuo un’abitudine. E quando incontriamo il silenzio, lo viviamo come un’anomalia; invece di apprezzarlo, ci sentiamo a disagio. Erling Kagge, al contrario, del silenzio ha fatto una scelta. Nei mesi trascorsi nell’Artide, al Polo Sud o in cima all’Everest, ha imparato a fare propri gli spazi e i ritmi della natura, e a immergersi in un silenzio interiore, oltre che esteriore: un immenso tesoro e una fonte di rigenerazione che tutti possediamo a cui è però difficile attingere, immersi come siamo dal frastuono della vita quotidiana. Ma che cos’è il silenzio? Dove lo si trova? E perché oggi è piú importante che mai? Queste sono le tre domande che Kagge si pone, e trentatré sono le possibili risposte che offre. Trentatré riflessioni scaturite da esperienze, incontri e letture diverse, e tutte animate da un’unica certezza: che il silenzio sia la chiave per comprendere più a fondo la vita.
Opinioni:
Nei mesi trascorsi nell’Artide, al Polo Sud o in cima all’Everest, Erling Kagge ha imparato a fare propri gli spazi e i ritmi della natura, e a immergersi in un silenzio interiore, oltre che esteriore. – LaFeltrinelli
“Il silenzio” è una perla. – Aftenposten
Cercare il silenzio. Non per voltare le spalle al mondo, ma per osservarlo e capirlo. Perché il silenzio non è un vuoto inquietante ma l’ascolto dei suoni interiori che abbiamo sopito. – Anonimo
Biografia del silenzio
Anche il silenzio ha una sua biografia, quella scritta nella vita di chi si dedica alla meditazione. Come Pablo d’Ors, che in queste pagine ci racconta la sua avventura negli spazi della quiete silenziosa. Decidersi per questo viaggio significa abbandonare lo stato in cui sono immersi i nostri giorni, quell’atmosfera tossica di affanno, ricerca di emozioni, intorpidimento e, soprattutto, paura della vita. “Viviamo, sì, ma molto spesso siamo morti”. Fermarsi e rimanere in silenzio, coltivando l’attenzione a sé e alla vita che accade: questa pratica fa incontrare deserti interiori, miraggi, spaesamenti; conosce la fatica, il tedio, la distrazione. Ma perseverare genera misteriosamente, in tempi e modi non prevedibili, frutti insperati: non solo una pace profonda e il contatto con l’io autentico, ma soprattutto un’intensa partecipazione alla vita così come ci viene incontro. Diversamente dai nostri sogni, la realtà non delude mai. “Non c’è nulla da inventare, basta ricevere quello che la vita ha inventato per noi”. L’incontro fiducioso e perseverante con il maestro interiore ci insegna che vivere in modo diverso è possibile, che ogni vera ricerca ci porta nel luogo dove già ci troviamo, per apprezzarlo con occhi nuovi. Rinascere a questa gioia è semplice e alla portata di tutti.
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