Questa è la pagina dedicata a follia.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Storie di ordinaria follia”.
Follia
«Libro di atmosfere e di inquietudini sotterranee, tali da creare un disagio che a molti non dispiacerà. Ricordate la Gwendolin di Oscar Wilde? “Che tensione intollerabile” osservava quella saggia giovinetta. E continuava: “Speriamo che duri.» Masolino D’Amico Una grande storia di amore e morte e della perversione dell’occhio clinico che la osserva. Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la “follia” che percorre il libro è solo nell’amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell’occhio clinico che ce lo racconta.
Opinioni:
L’amore non è stato il mio tema preferito. Sono sempre stato più interessato alla follia, al disordine mentale: poi ho cominciato a capire che l’amore è proprio una forma di disturbo mentale. – Anonimo
In “Follia” c’è sempre un’autorità che definisce chi è pazzo e chi non lo è. Questa autorità è lo psichiatra. – Anonimo
Tutti noi temiamo di avere un briciolo di follia. Per la maggior parte delle persone in questo periodo la sicurezza è più importante dell’intensità, la tranquillità più augurabile del rischio, la normalità è più ricercata della passione. – Anonimo
Penso che ci sia sempre il desiderio, anche se ne abbiamo paura: la letteratura è un modo, un mezzo per liberare questa voglia di follia. – Dall’intervista “L’amore come follia: incontro con Patrick McGrath” – Wuz.it, 1999
Psicologia delle Folle: il più antico manuale sulla manipolazione mentale di massa, con una nuova espansione sulle folle digitali
Storie di ordinaria follia
La biografia di Bukowski include due tentativi di lavorare come impiegato, dimissioni dal “posto fisso” a cinquant’anni suonati, «per non uscire di senno del tutto» e vari divorzi. Questi scarsi elementi ricorrono con insistenza nella narrativa di Bukowski, più un romanzo a disordinate puntate che non racconti a sé, dove si alternano e si mischiano a personaggi ed eventi di fantasia. «Rispetto alla tradizione letteraria americana si sente che Bukowski realizza uno scarto, ed è uno scarto significativo», ha scritto Beniamino Placido su «la Repubblica», aggiungendo: «in questa scrittura molto “letteraria”, ripetitiva, sostanzialmente prevedibile, Bukowski fa irruzione con una cosa nuova. La cosa nuova è lui stesso, Charles Bukowski. Lui che ha cinquant’anni, le tasche vuote, lo stomaco devastato, il sesso perennemente in furore; lui che soffre di emorragie e di insonnia; lui che ama il vecchio Hemingway; lui che passa le giornate cercando di racimolare qualche vincita alle corse dei cavalli; lui che ci sta per salutare adesso perché ha visto una gonna sollevarsi sulle gambe di una donna, lì su quella panchina del parco. Lui, Charles Bukowski, «forse un genio, forse un barbone» «Charles Bukowski, detto gambe d’elefante, il fallito», perché questi racconti sono sempre, rigorosamente in prima persona. E in presa diretta» Un pazzo innamorato beffardo, tenero, cinico, i cui racconti scaturiscono da esperienze dure, pagate tutte di persona, senza comodi alibi sociali e senza falsi pudori.
Opinioni:
«La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.» – LaFeltrinelli
Follia maggiore (Le avventure di Carlo Monterossi Vol. 6)
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