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Che genere di violenza. Conoscere e affrontare la violenza contro le donne: 1
La violenza maschile contro le donne è un fenomeno che trae alimento da pregiudizi e luoghi comuni radicati e diffusi nella società, e che non si limita ai drammatici casi di femminicidio. Come riconoscere il maltrattamento e l’abuso, nelle loro varie forme? Cosa fare per contrastarli efficacemente? A quali persone e a quali strutture può rivolgersi la donna vittima di violenze, molto spesso accompagnata da figlie e figli piccoli? Quali i gesti e le parole per accogliere, e quali invece i passi falsi da evitare? Il volume intende presentare in modo sintetico ma esaustivo il fenomeno, nelle sue implicazioni sia individuali sia sociali, e fornire alle operatrici e agli operatori indicazioni per un’azione professionale efficace, approfondendo le opportunità e le competenze relazionali necessarie per accompagnare in percorsi di uscita dalla violenza e promuovere una cultura della parità di genere e del rispetto delle differenze. Che genere di violenza è dedicato a chiunque voglia comprendere ciò che ognuno/a può fare e come i/le diversi/e professionisti/e e le persone impegnate nel volontariato possono intervenire per contrastare l’abuso e promuovere percorsi di libertà.
Teoria e pratica della non-violenza
Uscita in prima edizione da Einaudi nel 1973, questa antologia vuole offrire al lettore i materiali per conoscere e approfondire criticamente le concezioni etico-politiche di Gandhi, intese come unità di pensiero e di azione. Nella prima parte del volume, il curatore ha ordinato una serie di scritti concernenti i principi fondamentali della non violenza: la distinzione tra la non violenza del forte e la non violenza del debole, il rapporto tra il fine e i mezzi, l’atteggiamento nei confronti della violenza e della guerra, le idee sociali e politiche. Nella seconda parte si discutono le questioni pratiche: la preparazione dei non violenti e i requisiti che devono avere, la natura delle varie tecniche di lotta non violenta.
Odio, rabbia, violenza e narcisismo
Il più recente scritto di Kernberg è una summa essenziale del suo pensiero e una lucida panoramica su alcuni drammatici temi cardine della società odierna, temi che egli ha attraversato e analizzato a fondo, nella teoria e nella clinica, nell’arco della sua lunga ricerca psicoanalitica. Il materiale è tratto dal corso clinico “Odio, rabbia, violenza e narcisismo”, da lui tenuto nell’ambito delle Lindauer Psychotherapiewochen del 2010. Centrale è sempre il tema del narcisismo, cui Kernberg ha dedicato nel corso della sua esperienza una fitta serie di pubblicazioni. Lo psicoanalista porta avanti così il progetto di elaborare una concezione generale per una problematica ampia e ramificata, allo scopo di chiarire gli aspetti psicopatologici che accompagnano la pratica clinica relativa a questo disturbo e offrire un aiuto pratico nel trattamento dei pazienti. Il volume si articola in cinque lezioni che approfondiscono alcuni temi basilari. Nella prima e nella seconda vengono analizzate le manifestazioni della pulsione di morte, in particolare la coazione a ripetere, il sadomasochismo e la reazione terapeutica negativa. Un’attenzione centrale viene dedicata ai processi autodistruttivi nella psicologia delle masse e nella società. La terza lezione esamina la pulsione di morte e l’aggressività sullo sfondo delle moderne neuroscienze: Kernberg risale dalla clinica alla teoria, identificando le cause delle gravi patologie esaminate. La quarta lezione è incentrata sulla diagnosi e sul trattamento dei disturbi gravi della personalità, con il quadro di riferimento della teoria delle emozioni e delle relazioni oggettuali. La quinta, infine, esamina le strategie e le tecniche della psicoterapia psicodinamica, anche in relazione al trattamento di gravi regressioni paranoidi.
Per una nascita senza violenza
Quando questo piccolo libro uscì, nel 1974, era opinione comune che il neonato fosse una creaturina passiva e limitata, ancora troppo acerba per provare sensazioni e sentimenti. Paradossalmente, non era considerato il protagonista dell’evento-nascita né era ritenuta centrale la relazione con la madre nelle sue prime ore di vita. Contro questi pregiudizi Frédérick Leboyer ha combattuto per tutta la vita: primario della Clinica ostetrica dell’Università di Parigi, dopo avere assistito a migliaia di parti maturò la convinzione che i neonati possedessero invece una sensibilità acuta e che l’esperienza della nascita condizionasse la loro personalità in modo determinante, nel bene o nel male. Strenuo difensore del diritto della madre a un ‘buon parto’ e del diritto del bambino a una ‘buona nascita’, sviluppò i principi per prevenire i traumi e le violenze nelle sale parto. “Per una nascita senza violenza” ha messo in moto una rivoluzione che ha investito i reparti maternità di tutto il mondo occidentale, convincendo genitori e operatori sanitari ad abbandonare pratiche ostetriche dannose e a considerare il bambino per quello che è: una persona completa, meritevole di attenzione e rispetto.
L’anatomia della violenza. Le radici biologiche del crimine
“Il criminologo Adrian Raine rivaluta l’antropologo italiano Cesare Lombroso, sostiene l’origine genetica della delinquenza e propone soluzioni radicali. Ma, per fortuna, la comunità scientifica ha delle obiezioni.”Il Venerdì di Repubblica Come mai fra i responsabili di certi terribili omicidi figurano anche rampolli di buona famiglia? Esistono davvero delle persone “nate per uccidere”? Se così fosse, in che modo potremmo identificarle e curare preventivamente la loro predisposizione alla criminalità? Da oltre trent’anni, Adrian Raine cerca di dare una risposta a queste domande, avventurandosi in ricerche pionieristiche volte a indagare le basi “biologiche” della violenza. In questo libro, l’autore presenta un numero sempre crescente, e sempre più sconvolgente, di prove che dimostrano come i geni e l’ambiente influenzino e plasmino la mente criminale, e come determinate caratteristiche apparentemente innocue, ad esempio una bassa frequenza cardiaca a riposo, possano essere in realtà sintomatiche di un’indole violenta. Grazie ad esperimenti geniali, a dati sorprendenti e a casi di studio impressionanti, Raine analizza lucidamente i delicati problemi etici sollevati dalla neurocriminologia in merito alla prevenzione del crimine e alle pene da comminare.
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