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Stigma. Note sulla gestione dell’identità degradata
“Stigma” è senza dubbio uno dei libri più letti tra i lavori di Goffman e, con “Asylum”, certamente il più “critico”. Il saggio descrive e analizza le pratiche di stigmatizzazione e gli usi sociali della diversità combinando tre direttrici dell’identità, personale, sociale e soggettivamente sentita, con i tre principali tipi di stigma: fisici, del carattere e della differenza culturale e religiosa. La gestione dello stigma è presente in qualunque società, ovunque entrino in gioco delle regole morali per la definizione delle identità. Ma quali sono le modalità concrete che sottopongono alcuni individui a quei giudizi morali che chiamano in causa l’appartenenza a una “categoria inferiore” dell’umanità? E quali sono le strategie di sopravvivenza, di difesa o di adattamento delle persone stigmatizzate? Qual è infine lo scarto tra l’identità sociale e l’identità personale e, in definitiva, tra la “normalità” e la “devianza”? In questo libro, sulla base di un’accurata analisi etnografica ricca di esempi e di racconti di vita, Goffman fornisce delle risposte specifiche a queste domande e stimola una riflessione più ampia sulle politiche dell’identità (e della differenza) che oggi sembrano caratterizzare sempre più fortemente le nostre società, attivando vecchi e nuovi processi di stigmatizzazione/esclusione.
Obesità e Stigma
Lo stigma basato sul peso (Weight Stigma o Weight Bias) rappresenta uno degli aspetti più debilitanti, ma spesso trascurato, del vivere in una condizione di obesità, che può avere un impatto negativo sulla salute fisica, psicologica, sociale e la qualità della cura delle persone affette da questa complessa malattia cronica. Il libro è il primo in Italia a offrire una descrizione approfondita: dei diversi contesti e modi in cui lo stigma sul peso si manifesta; dell’impatto negativo che può avere sulla qualità di vita; delle teorie che hanno cercato di spiegare il perché questa forma di stigma è diffusa e socialmente accettata; degli studi fatti per ridurre gli atteggiamenti negativi verso l’obesità e chi ne è affetto. Il modello C.I.A.O. (conoscere, identificare i propri atteggiamenti, accogliere, modificare l’ambiente) offre dei suggerimenti, utili per tutti i professionisti della salute, per favorire una relazione empatica, compassionevole e libera da pregiudizi nella relazione con la persona affetta da obesità. Nelle Appendici, alcune Associazioni di pazienti e i presidenti di alcune tra le più importanti Società Scientifiche per lo studio dei Disturbi della Nutrizione e dell’Obesità collaborano virtualmente per un impegno condiviso alla lotta dello stigma basato sul peso.
Stigmate
Quarantun anni, orfano, forte bevitore, occupato saltuariamente, si mantiene facendo il barista e vendendo sottobanco sigarette di contrabbando. È questo, per sommi capi, il ritratto dell’anonimo uomo che un giorno riceve in sogno una strana rivelazione e si risveglia sanguinando dalle palme delle mani. Un balordo collerico puzzolente di alcol, senza un preciso scopo nella vita, sembrerebbe l’ultima persona al mondo meritevole di ricevere le ferite dei santi. Lui stesso si ribella quando qualcuno parla di stigmate, i medici sono convinti che si ferisca da solo, i clienti del bar si lamentano delle macchie che lascia sui bicchieri, il suo datore di lavoro lo considera malato e lo guarda con raccapriccio. In compenso, i vicini di casa vanno a omaggiarlo in processione con santini e ceri votivi. ““Quale sarà il disegno di Dio, in tutto questo?” si domanda il lettore fin dall’inizio, e se lo chiede anche il protagonista dopo che l’inspiegabile “miracolo” lo ha portato alla rovina. A causa di questo “dono”, infatti, finisce per perdere il lavoro e la sua casa viene distrutta dal fuoco delle candele offerte dai suoi adoratori. “Siamo robaccia destinata a marcire” mormora l’uomo, sconfitto, crollando lungo la strada. Una sentenza di condanna che alla fine verrà ribaltata. Stigmate è una sorta di mistero medievale ambientato in un contemporaneo contesto urbano che appare via via più minaccioso, degradato e terribile, popolato da una serie di figure marginali, tra cui individui rapaci, disonesti e violenti ma anche creature fragili e sventurate. In perfetto connubio con il testo poetico e aspro di Claudio Piersanti, la vicenda prende corpo nelle illustrazioni in bianco e nero di Mattotti, qui quanto mai materiche, sporche, realizzate mediante tratti nervosi di pennino che portano il nero a emergere con forza, spesso con furia, dalla pagina bianca, come grovigli di linee da cui, anticipando lo stile di Hansel & Gretel e Oltremai, affiorano figure, volti, paesaggi. Una storia intrisa di religiosità, in cui l’esistenza di un uomo, dalla caduta alla rinascita, passando per una felicità temporanea tragicamente perduta, assurge a moderna parabola sul valore di ogni essere umano. Una parabola che insegna come, toccando il fondo del proprio personale inferno, a chiunque sia dato risollevarsi fino alla salvezza, anche agli individui che vivono ai margini della società – evangelicamente, gli ultimi destinati a essere i primi.
Opinioni:
Edito per la prima volta nel 1999 nella collana Stile Libero di Einaudi e adattato per il cinema dal regista spagnolo Adán Aliaga nel 2010 con il titolo Estigmas, Stigmate viene oggi ripubblicato da #logosedizioni come seconda tappa di un percorso editoriale che ripropone in una nuova veste l’evoluzione artistica del Lorenzo Mattotti fumettista. – LaFeltrinelli
Fat shame. Lo stigma del corpo grasso
Nel suo libro, Amy Erdman Farrell si concentra sul percorso che ha portato alla comparsa del fatshaming, sulle sue radici culturali, industriali e mediche, mettendo in risalto i dispositivi che creano la narrazione del “corpo grasso” come un corpo primitivo, inferiore, difforme rispetto ai canoni stabiliti dalla società.
Opinioni:
La nostra società è ossessionata dai corpi. Forme, misure, lineamenti, imperfezioni, asimmetrie, tutto è fatto oggetto di controllo e valutazione. Tra le caratteristiche più stigmatizzate, fino al punto da essere occasione di denigrazioni e ingiurie, c’è quella del peso. – LaFeltrinelli
Il primo libro dello stigma
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