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E Dio rise. La Bibbia dell’umorismo ebraico da Abramo a Woody
Madre dignità
Giustizia, libertà, diritti delle persone sono ideali cui Moni Ovadia ha dedicato tante delle sue battaglie. Ma la dignità li precede tutti, ne è il fondamento, senza il quale gli uomini, nella loro concreta vita di ogni giorno, sono in balia della sopraffazione, della schiavitù, del nichilismo. Il merito di questo breve libro è proprio quello dì sbatterci davanti agli occhi il rischio che corre la dignità nel discorso comune quando viene banalizzata e data per ovvia. La dignità prescinde dalle nostre origini, dalla condizione sociale, dal censo, dall’etnia. È un attributo etico universale. Essa è un dono dell’assoluto. Stranieri, ribelli, reietti, fuorilegge, la “schiuma della terra”, tutti partecipano di questo dono, che è prima di tutto “onore verso sé stessi”. Passando dal commento dei testi sacri delle grandi religioni monoteistiche, alle storie di ogni giorno, ai conflitti etici, alle parole dei poeti, fino a “La dignità del carnefice”, Ovadia ci consegna un breve prontuario contro l’abisso spalancato sotto di noi. Non solo nei grandi eventi della Storia, ma nel compiersi quotidiano della propria missione di esseri umani.
Il popolo dell’esilio
Se vuoi dirmi qualcosa, taci. Dialogo tra un ebreo e un ligure sull’umorismo
Il saggio Moni Ovadia tiene una lezione sull’ebraismo a Dario Vergassola e lui, da buon ligure, risponde e interpreta. Scopre di essere, per affinità, molto più vicino agli ebrei di quanto credesse in precedenza. Il cinismo caustico di Vergassola si lega allo humour tutto yiddish di Ovadia producendo uno scambio dal ritmo serrato in cui si demoliscono luoghi comuni con un’ironia disarmante. Così i due autori affrontano questo viaggio che, da dentro le pieghe dell’umorismo, arriva a parlare di attualità e antisemitismo, di intolleranza, razzismo, Olocausto, del bisogno di confini e del loro superamento: nato su un palcoscenico in occasione dell’omonimo spettacolo teatrale, questo libro racconta di come l’incontro fra due mondi diversi, quello della filosofia di Moni Ovadia e della comicità di Vergassola, possa dare vita a una riflessione pungente, necessaria, fondamentale e su come, nella società in cui viviamo, alla disperata ricerca di differenze si possa rispondere, magari ridendo, con una carrellata di cose che abbiamo in comune.
Un ebreo contro
Ebreo per scelta, teatrante e musicista, cittadino partecipe, attento conoscitore di popoli, culture e confini. Queste e altre le corsie attraverso le quali si dipana un’interessantissima intervista, condotta da Livio Pepino, su vita, arte e passione politica di Moni Ovadia. Fine intellettuale e al tempo stesso maestro dell’ironia, Moni Ovadia racconta una visione del mondo disincantata, che attraversa il senso e il ruolo dell’arte e della cultura nella società contemporanea, che passa per la denuncia di razzismi e abusi, e che è anche ricca di speranza.
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