Questa è la pagina dedicata a Pietro Grasso.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Liberi tutti”.
Il mio amico Giovanni
«Piero, tienilo tu. Ho deciso di smettere. Se dovessi ricominciare, me lo dovrai restituire.» Non ne ebbe il tempo. Conservo gelosamente quell’accendino e mi assicuro che risponda al giro della rotella con quella scintilla di fuoco, di forza, di intelligenza, di determinazione, che ricorda gli occhi del mio amico Giovanni.
Opinioni:
Nel trentennale della strage di Capaci, Pietro Grasso racconta ai ragazzi Giovanni Falcone, la loro amicizia e le tante battaglie vissute accanto al giudice simbolo della lotta alla mafia. – LaFeltrinelli
Paolo Borsellino parla ai ragazzi
La mattina del 19 luglio 1992 Paolo Borsellino si era alzato molto presto. Per la prima volta dopo tre mesi si era imposto di non lavorare, prima di uscire di casa aveva scritto la risposta a una lettera ricevuta mesi prima da un liceo di Padova in cui i ragazzi lo rimproveravano di non aver presenziato a un convegno sulla mafia e gli ponevano alcune domande sul suo lavoro e sulla criminalità organizzata. Il giudice racconta loro il momento che sta vivendo, con grande consapevolezza e trasparenza, e con il poco tempo che ha a disposizione risponde alle domande dei ragazzi: perché è diventato magistrato? Qual è la differenza tra mafia e camorra? Quali sono gli organismi che le combattono? Alcune di quelle domande rimarranno senza risposta, ma la lettera, rimasta sul suo scrittoio e resa pubblica dalla famiglia, resta una testimonianza straordinaria di quel momento storico e di chi fosse nel profondo Paolo Borsellino. Il libro, partendo da questi documenti, ripercorre un pezzo di storia italiana e descrive le figure di Falcone e Borsellino, attraverso la voce di un uomo che ha lavorato accanto a loro e che li racconta ai ragazzi per andare oltre lo stereotipo dell’eroe e scoprire chi fossero realmente. Una testimonianza civile per le nuove generazioni. Nessuno dei giovani che Pietro Grasso incontra oggi, quando racconta alle platee di ragazzi la propria esperienza di lotta alla mafia, era nato quando Falcone e Borsellino furono assassinati, eppure tutti sanno chi sono e riconoscono nei due giudici un esempio da seguire ancora oggi.
Opinioni:
Una testimonianza civile per le nuove generazioni. Un libro che ripercorre un pezzo di storia italiana e descrive le figure di Falcone e Borsellino, attraverso la voce di un uomo che ha lavorato accanto a loro e che li racconta ai ragazzi per andare oltre lo stereotipo dell’eroe e scoprire chi fossero realmente. – LaFeltrinelli
Storie di sangue, amici e fantasmi: Ricordi di mafia
Soldi sporchi. Come le mafie riciclano miliardi e inquinano l’economia mondiale
Che le mafie non siano solo quelle che sparano lo sappiamo da sempre. Che ci sia un livello in cui i soldi mafiosi si mescolano con i giochi di banchieri e imprenditori è ormai un luogo comune di cui non si coglie la gravità. Ma nessuno, finora, aveva raccontato questo mondo sommerso, perché le indagini sono difficili, i processi dall’esito incerto, e perché certe leggi non aiutano. Il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso ed Enrico Bellavia di “Repubblica” rompono finalmente questo tabù, e ci guidano lungo i meandri dell’industria del riciclaggio, svelandoci che il denaro mafioso non “gronda sangue”: è pulito, veloce e non si ferma mai, anzi, è sempre più “invisibile” come quello delle speculazioni finanziarie. Rintracciarlo, e contrastarne le metamorfosi, è la sfida del nuovo millennio. Il denaro sporco si annida dietro formidabili scalate, ascese di tycoon rampanti, sta a difesa dei patrimoni di manager in grisaglia, fa sempre più spesso capolino in Borsa. La situazione è così grave da avere indotto Bankitalia a lanciare un allarme, stimando nel 10% del Pil il fatturato dell’industria dei capitali sporchi: un dato pari al doppio della media mondiale, destinato a crescere ulteriormente sulla scia dell’apertura di nuovi mercati e delle ricorrenti crisi economiche. Attraverso molte storie e dati inediti, il libro racconta le forme e le figure del riciclaggio, dai paradisi fiscali a quelli virtuali fino ai money transfer, e dai banchieri fino ai semplici prestanome.
Liberi tutti
Muoiono di mafia non solo le vittime della delinquenza organizzata, ma tutti coloro che si rassegnano a vivere nell’illegalità e nell’ingiustizia: chi chiude gli occhi di fronte ai reati; chi fa affari eludendo la legge; chi cerca i favori dei potenti; chi accetta il clientelismo e il compromesso per ottenere un beneficio. La mafia infatti non è solo un fenomeno criminale, ma un sistema sociale e culturale ben radicato, che sembra offrire a chi ne fa parte protezione, aiuto economico e senso di appartenenza, come hanno spiegato boss di peso diventati collaboratori di giustizia. Per questo, ammette Pietro Grasso, per i giovani privi di prospettive di impiego e le persone abbandonate dalle istituzioni a volte è più facile stare dalla parte della mafia piuttosto che contro di essa. In questa testimonianza, che è anche un bilancio del proprio impegno contro il crimine, il procuratore nazionale antimafia dipinge il vero volto dell’organizzazione, rivelandone le origini, i metodi e le regole segrete. E spiega, in un appello appassionato rivolto soprattutto ai giovani, come attraverso la cultura della legalità e un progetto democratico di sviluppo economico si può sperare di riscattarsi dalla violenza che domina dove il potere delle cosche è più forte. Un sogno, obietta qualcuno, un compito impossibile. Forse. Ma un compito affrontato ancora, dopo quarant’anni di lavoro, con l’entusiasmo del bambino che, giocando a nascondino, correva forte per gridare: “Liberi tutti!”.
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