Questa è la pagina dedicata a Renzo S. Crivelli.
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T.S. Eliot
James Joyce. Itinerari Triestini: Triestine Itineraries
Un amore di Giacomo. Poemetto in prosa di James Joyce nella Trieste di primo Novecento
“Un amore di Giacomo” è una storia sentimentale che ha come protagonista James Joyce, il grande autore dell’Ulisse. Come Charles in “Un amore di Swann” di Proust, “Giacomo” ha un alter ego dell’autore: così che a Odette, la donna irraggiungibile amata da Swann, possiamo sostituire una (o più) allieve del professor James Joyce. Tutto questo contiene “Giacomo Joyce”, un poemetto in prosa dello scrittore irlandese trovato fra le sue carte dopo la morte e uscito postumo nel 1968. Si tratta di una serie di “quadri”, tutti con lo sfondo di Trieste e composti fra il 1905 e il 1914, che hanno come oggetto una storia d’amore fra Joyce e una (o più) “jeunes filles en fleurs” della borghesia austriaca d’inizio Novecento. Joyce insegnò inglese alla Berlitz School triestina, ma per arrotondare frequentò anche le ricche case dell’establishment cittadino, riscuotendo molto successo con le sue lezioni. A questa edizione, a cìnquant’anni dalla prima, si affianca una minuziosa ricostruzione del mondo dorato delle giovani allieve che entrarono in contatto con lui e degli ambienti della Trieste asburgica attraversata da ventate di irredentismo. Il testo è commentato anche tramite un ampio apparato di annotazioni.
Lo sguardo narrato. Letteratura e arti visive
Il Novecento è stato caratterizzato, in pittura e in letteratura, da una nuova consapevolezza della crescita parallela di queste due arti e dalla loro necessità di abbeverarsi alle stesse fonti, del presente come del passato. Questo libro vuole essere un’ulteriore dimostrazione di tali affinità sostanziali sia sul piano strutturale che contenutistico. Sulla scia delle teorizzazioni di Kandinsky, molti sono gli scrittori che hanno manifestato una particolare attenzione per le peculiari affinità costruttive dell’immagine dipinta e di quella “narrata” (da William C. Williams a Virginia Woolf, da Wallace Stevens a Dylan Thomas, da Sylvia Plath a John Ashbery, da Robert Frost a V. S. Naipaul). La critica non può, dunque, non tenere conto di questo specifico approccio che privilegia i canali percettivi dello sguardo (uno “sguardo narrato”) nell’indagine del patrimonio immaginifico di artisti di oggi e di ieri che si sono confrontati con queste due arti sorelle. Bruegel, Caravaggio, Bosch, Parmigianino, Holbein, Wyeth, Kandinsky, Marin, De Chirico sono tutti pittori che hanno fecondato l’immaginario di poeti e prosatori del Novecento, fornendo alla loro arte nuovi strumenti percettivi.
Il fantasma del palazzo e altri racconti
Presente e passato s’inseguono in queste storie tra sentimenti, mistero, spiritualità e introspezione che indagano il trascorrere del tempo in un microcosmo collocato nel Piemonte Orientale, da Novara ai laghi d’Orta e Maggiore fino all’Ossola. In un mondo in cui il passato è sempre in agguato, con i suoi insegnamenti e le sue premonizioni, tra fantasmi benigni e vendette postume, burle colossali e vicende d’amore impossibili, fanno capolino personaggi di oggi e di ieri, reali e storici, persino mitologici: dalla Sibilla Cumana a Petronio, da fra Dolcino e Margherita a Abelardo e Eloisa, al monaco Guglielmo da Volpiano e fino a Cicerone. La memoria riesce a mutare il rapporto fra realtà e sogno, dà nuova vita e luce a fatti scomparsi o perduti, facendo affiorare anche cose che sono state volutamente negate e allontanate da noi. E soprattutto emergono il luccichio delle acque del lago, il fascino di un monastero silenzioso, la pianura con le cascine e i personaggi da osteria, la montagna con i panorami da pittori, in una narrazione lirica che è un omaggio dell’autore, Renzo S. Crivelli, al territorio novarese natio.
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