Questa è la pagina dedicata a romanzi sulla Mafia.
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Il Fantasma: Un romanzo sulla malavita di Boston
Il capo dei capi
Cresciuto nei campi di una Sicilia dimenticata, ossessionato dal potere, delitto dopo delitto e guerra dopo guerra ha conquistato Palermo. Così un rozzo e astuto contadino di Corleone è diventato il Capo dei capi. Con un piccolo esercito di sicari si è impadronito della mafia più potente del mondo eliminando, uno dopo l’altro, tutti i suoi nemici. E una volta raggiunta la cima della Cupola, è stato il momento dell’attacco allo Stato: bombe, stragi, attentati voluti da un uomo che ormai si credeva intoccabile e invincibile. Fino al 1992, fino alle uccisioni di Falcone e Borsellino. Poi la sua misteriosa cattura dopo quasi un quarto di secolo di latitanza, un evento ancora tutto da chiarire che coinvolge personaggi eccellenti e insospettabili. Dal momento della cattura fino alla morte, Totò Riina è rimasto comunque il dittatore di Cosa Nostra anche dal carcere. In questo libro, Attilio Bolzoni e Giuseppe D’Avanzo raccontano la sua inquietante epopea attraverso la testimonianza dei siciliani di Corleone.
Il patto. La trattativa fra Stato e mafia nel racconto inedito di un infiltrato
Molti attentati addebitati a Cosa nostra non sono stati commessi da noi ma dallo Stato. Voi lo sapete benissimo. Luigi Ilardo, l’infiltrato. Le sue rivelazioni sono alla base del processo in corso a Palermo a carico dell’ex capo del Sisde e del Ros, generale Mario Mori, per la mancata cattura di Provenzano nel 1995 Luigi Ilardo è per tutti un boss temuto e rispettato, Michele Riccio un colonnello dei carabinieri con un nome di copertura. Si incontrano come due fantasmi, soprattutto di notte, tra il 1994 e il 1996. La loro missione è la cattura di Bernardo Provenzano. Per farlo cadere nella rete organizzano summit, scambiano lettere, pianificano strategie. Ma il boss è imprendibile, ha alle spalle mastini potenti che lo informeranno del doppio gioco. Sembra un film ma è una storia vera. Un infiltrato dentro Cosa nostra negli anni delle stragi e all’inizio della Seconda repubblica. Un libro che fa toccare con mano il disegno ignobile della trattativa. Prefazione di Marco Travaglio.
Il Vendicatore: Un romanzo sulla malavita di Boston
Non chiamateli eroi. Falcone, Borsellino e altre storie di lotta alle mafie
Il 23 maggio del 1992 Giovanni Falcone, la scorta e sua moglie vengono uccisi nella Strage di Capaci. Pochi mesi dopo, il 19 luglio, Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta perdono la vita nella Strage di via D’Amelio. A 30 anni dalla loro morte, una raccolta di storie e personaggi per raccontare ai ragazzi il loro coraggio e per continuare a lottare contro le mafie nel loro nome. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ricordano le vite di chi, guardando la mafia negli occhi, ha deciso di difendere le proprie idee, la propria dignità: gli occhi di Giuseppe Letizia che, nel buio, assistono spaventati allo svolgersi di un feroce assassinio; le parole “pericolose” di Peppino Impastato che ridicolizzano quegli uomini considerati intoccabili; i saldi principi di Giorgio Ambrosoli; la lotta solitaria del generale dalla Chiesa; la missione contro la mafia di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”; la determinazione di Libero Grassi a non cedere ai tentativi di estorsione; l’alternativa alla mafia e la possibilità di una vita diversa offerta ai giovani da don Pino Puglisi; il diritto a vivere libera rivendicato da Lea Garofalo. I loro sogni, la loro speranza, il loro coraggio sono un modo per non dimenticare: «Si può fare qualcosa, e se ognuno lo fa, allora si può fare molto»
Opinioni:
A 30 anni dalla morte di Falcone e Borsellino, una raccolta di storie e personaggi per raccontare ai ragazzi il loro coraggio e per continuare a lottare contro le mafie nel loro nome. Nicola Gratteri e Antonio Nicaso ricordano le vite di chi, guardando la mafia negli occhi, ha deciso di difendere le proprie idee, la propria dignità. – LaFeltrinelli
Le parole sono pietre. Usiamole per costruire ponti, per unire le coscienze di chi non sopporta più la tirannide delle mafie, l’ipocrisia di chi dovrebbe combatterle e le menzogne di chi continua a girarsi dall’altra parte. – Anonimo
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