Questa è la pagina dedicata a Adam Zagajewski.
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Guarire dal silenzio
Questa ampia raccolta riassuntiva, frutto dell’appassionata cura di Marco Bruno, ci guida in un suggestivo cammino che muove dalle sillogi più recenti (La vera vita, 2019, e Asimmetria, 2014) per condurci a ritroso fino alle opere dei giovanili e già interessanti esordi (Comunicato, 1972), caratterizzati da un linguaggio fortemente iconoclasta destinato nel tempo a trasformarsi in incisiva levigatezza.
«Un’antologia derivata dall’intera opera poetica del poeta polacco e organizzata in ordine cronologico rovesciato» – Roberto Galaverni, La Lettura Guarire dal silenzio delinea il percorso, lungo mezzo secolo, di uno dei maggiori poeti d’oggi, capace di intrecciare (come in una cinematografica dissolvenza incrociata) la storia privata, sempre cantata con discrezione, e quella collettiva. Fin dal tempo della “nouvelle vague” polacca (“Nowa Fala”), nata nelle traumatiche vicende del ’68, la voce poetica dell’allora giovanissimo Adam Zagajewski si è imposta come una realtà autonoma e preziosa. Il suo valore si è poi affermato sempre più per l’aperta capacità di coniugare la realtà storica direttamente vissuta con il senso profondo della condizione umana, acutamente vista nella sua anche fisica concretezza: «voce sommessa sullo sfondo delle immense devastazioni di un secolo osceno, più intima di quella di Auden, non meno cosmopolita di quelle di Miłosz, Celan, Brodskij» l’ha definita Derek Walcott. In esilio volontario, il poeta si mostra coinvolto dal costante, ineliminabile riemergere alla coscienza delle proprie radici, mentre si trova a vagare nei diversi territori di un mondo che gli è sempre, in buona parte, estraneo. Nell’articolata varietà tematica dei suoi versi, che spaziano tra storia e tempo, infinito ed eternità, silenzio, sogni e morte, Zagajewski, realizzando una testimonianza lirica fortemente comunicativa e tra le più attendibili della nostra epoca, ci consegna un’opera sulla possibile assenza della poesia, che montalianamente gioca a nascondersi; un’opera sulla tendenza, che non è ineluttabile, di tutte le cose a uniformarsi; sulla necessità di operare una scelta, una selezione, un salvataggio.Prova a cantare il mondo storpiato
«Ma noi siamo vivi,/colmi di memoria e ragione» è la risposta di Adam Zagajewski ai drammi della storia e alla spersonalizzazione della società attuale, collocando sotto la sua lente d’ingrandimento piccoli particolari quotidiani molto rivelatori: così le ombre dei turisti sulla tomba di Brecht sembrano quelle degli informatori della stasi che lo pedinavano da vivo e la gatta di Ruth, ignara di essere ebrea come la sua padrona, di notte dal ghetto torna sempre alla parte ariana. Per l’autore di quest’antologia, che affronta la Shoah come l’11 settembre ma anche gli ex paradisi naturali fagocitati dal turismo di massa, resta lo spaesamento dei «poeti, invisibili come minatori, nascosti sottoterra» che «costruiscono per noi una casa», quella della consapevolezza civile di dover essere vivi e vigili «e talvolta particolarmente orgogliosi,/perché in noi grida il futuro/e quel balbettio ci fa umani»
Selected Poems of Adam Zagajewski
L’ordinario e il sublime. Due saggi sulla cultura contemporanea
Francesco Clemente. From the Terreiro
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