Questa è la pagina dedicata a letteratura Senegalese.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Abandoned Baobab: The Autobiography of a Senegalese Woman”.
Il libro della letteratura. Grandi idee spiegate in modo semplice
Un punto di vista unico e originale basato su una grafica fresca e intuitiva, che riporta alla luce concetti, luoghi e personaggi della migliore narrativa di ogni tempo. Un’opera che è anche un atto d’amore verso la scrittura e verso quegli autori che, in qualsiasi epoca e in qualsiasi luogo, hanno raccontato storie degne di essere lette. Scritto in modo semplice, Il libro della Letteratura analizza elementi letterari e linguistici, ed è, inoltre, ricchissimo di incisive didascalie, grafiche e immagini che aiutano a fissare con chiarezza i temi centrali, le figure di spicco e gli stili, dall’epica antica, da cui emergono capolavori come l’Iliade o il Mahabharata, alle opere moderne di Italo Calvino, Bret Eston Ellis, Zadie Smith e molti altri.
Opinioni:
Citazioni, illustrazioni, timelines dedicate alla scrittura e agli autori più celebri di tutti i tempi. – LaFeltrinelli
Addio, a domani. La mia incredibile storia vera
Sabrina Efionayi ha due madri. Una è Gladys, la sua madre biologica, che è nata in Nigeria ed è venuta in Italia a diciannove anni per lavorare e sostenere la famiglia rimasta a Lagos; non sapeva che il suo mestiere sarebbe stato vendere il proprio corpo. L’altra è Antonietta, è napoletana, e non immaginava che un giorno Gladys avrebbe attraversato la strada tra le loro case e le avrebbe messo in braccio Sabrina, chiedendole di occuparsi di lei, di diventare sua madre. Non lo immaginava, ma quando è successo ha accettato. Da quel momento Sabrina si è ritrovata in una situazione speciale, perché i rapporti con la sua madre biologica, con le sue origini, non si sono interrotti, e cosí lei è cresciuta tra Castel Volturno e Scampia, tra Prato e Lagos, cambiando famiglia, lingua, sguardo e cultura, in costante ricerca di un centro di gravità. Un’identità complessa, la sua, che già il nome racconta: Sabrina, come la figlia dell’aguzzina di Gladys, scelto per compiacerla; Efionayi, come un uomo che non è il padre, ma che le ha dato un cognome.
Opinioni:
Il romanzo sincero, potente, di una giovane donna che a soli vent’anni ha vissuto molto piú di una vita. – LaFeltrinelli
Questa storia avrei voluto scriverla dicendo: io. Perché è la mia. A mano a mano che ci entravo, però, mi sono resa conto di non riuscirci – troppo difficile, troppo doloroso. Ecco perché l’ho scritto dicendo: lei. Sabrina. Una ragazza napoletana afrodiscendente che un bel giorno decide di fare i conti con il tempo, di aprire certi cassetti della memoria e di ordinarne il contenuto sul letto, come quando si parte per un viaggio e si prepara la valigia. Ecco, io ora vi chiedo di partire con me. Abbiate fiducia. Datemi la mano – Anonimo
La più recondita memoria degli uomini
Terra violata
Abandoned Baobab: The Autobiography of a Senegalese Woman
The subject of intense admiration – and not a little shock, when it was first published – “”The Abandoned Baobab”” has consistently captivated readers ever since. The book has been translated into numerous languages and was chosen by “”QBR Black Book Review”” as one of Africa’s 100 best books of the twentieth century. No African woman had ever been so frank, in an autobiography, or written so poignantly, about the intimate details of her life – a distinction that, more than two decades later, still holds true.Abandoned by her mother and sent to live with relatives in Dakar, the author tells of being educated in the French colonial school system, where she comes gradually to feel alienated from her family and Muslim upbringing, growing enamored with the West. Academic success gives her the opportunity to study in Belgium, which she looks upon as a “”promised land.”” There she is objectified as an exotic creature, however, and she descends into promiscuity, alcohol and drug abuse, and, eventually, prostitution. (It was out of concern on her editor’s part about her candor that the author used the pseudonym Ken Bugul, the Wolof phrase for “”the person no one wants.””) Her return to Senegal, which concludes the book, presents her with a past she cannot reenter, a painful but necessary realization as she begins to create a new life there.As Norman Rush wrote in the “”New York Times Book Review””, “”One comes away from “”The Abandoned Baobab”” reluctant to take leave of a brave, sympathetic, and resilient woman.”” Despite its unflinching look at our darkest impulses, and at the stark facts of being a colonized African, the book is ultimately inspirational, for it exposes us to a remarkable sensibility and a hard-won understanding of one’s place in the world.
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