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Fino a quando
Coraggio, non finisce il mondo, non finisce nulla, finisce solo la quotidianità, il rito. Finisce perché sono, e soprattutto sono stato, un ragazzo fortunato, e posso decidere io che è ora. In questo romanzo Linus ipotizza il suo ultimo giorno alla radio. Nessuna paura, non esiste ancora una data ufficiale e non inizierà con questo libro un conto alla rovescia che porterà alla chiusura di Deejay chiama Italia. Semplicemente un giorno dovrà succedere, e in queste pagine il passato e il presente si intrecciano per raccontare una storia di successo che lega le ambizioni di un ragazzo della provincia milanese a quella della radio più influente d’Italia. Ma in queste pagine la decisione è presa ed è di quelle da cui non si può tornare indietro. Nel giorno della svolta, quello dell’addio alla quotidianità scandita dalle dirette, Linus ripercorre sessant’anni di vita vissuta (quasi) sempre con un microfono a pochi centimetri dalla bocca: il disinteresse per la scuola, l’amore per le ragazze e quello ancora più totalizzante per la musica. Dalle prime esperienze nelle radio improvvisate fino alla direzione innovativa che ha trasformato Deejay nel riferimento assoluto di oggi. Talento e tenacia, disciplina e creatività, dalla prima volta in onda degli anni Settanta fino al fatidico “drop the mic”.
Opinioni:
La storia di un ragazzo bravo e fortunato, consapevole da subito che tutto, anche la carriera di maggior successo, può finire improvvisamente e per un nonnulla. La storia di una persona che vive cavalcando gioiosa la sua onda, ma sempre fino alla prossima spiaggia. Una storia di talento e tenacia cominciata in un pomeriggio degli anni Settanta e arrivata, onda dopo onda, fino a oggi. – LaFeltrinelli
Parli sempre di corsa
Quando corri la testa si libera come per magia. Lo stress e la stanchezza della giornata scompaiono per lasciare il posto a pensieri ed emozioni. E dopo la doccia tutto il corpo è invaso da una bellissima sensazione di benessere. “Parli sempre di corsa” non è semplicemente un libro sulla corsa. È un libro molto intimo e molto autobiografico, in cui Linus racconta cosa gli succede nella mente, nel cuore e nell’anima quando smette i panni del deejay ed esce a fare una sgambata. Le tabelle, i carboidrati, le scarpe nuove ci sono eccome, sia ben chiaro. C’è la Maratona di New York, con i suoi riti, il marketing estremo e i quattromila italiani che il giorno prima si riscaldano a Central Park. C’è l’ossessione per i chilometri misurati con la perizia di un geometra svizzero. Ci sono il cardiofrequenzimetro, la playlist sull’iPod, quel senso di eroica fratellanza con una marea di sconosciuti che faticano al suo fianco. E poi c’è il Kenia, la terra degli uomini-antilope, dove correre veloce significava sopravvivere e oggi, grazie agli sponsor, può significare vivere da signori. Ma tutti questi luoghi comuni del corridore amatoriale sono come un tappeto musicale su cui Linus fa scorrere la sua voce per raccontare un universo di sentimenti, persone e aneddoti che ha raggiunto perché si è messo a corrergli dietro. Un universo personalissimo e molto avvincente, che l’ha cambiato nel profondo.
Linus. Storia di una rivoluzione nata per gioco
Il miracolo economico italiano ha ormai esaurito la sua corsa quando l’intellettuale milanese Giovanni Gandini raduna un gruppo di amici nei locali della libreria gestita dalla moglie Anna Maria e dalle sue socie Laura Lepetit e Vanna Vettori. Il negozio diviene così il punto di incontro di personalità del calibro di Oreste del Buono, Vittorio Spinazzola, Umberto Eco, Elio Vittorini: i primi, in Italia, a riservare uno sguardo al contempo colto e affettuoso al fumetto, a promulgare un’idea autoriale di un mezzo capace di raccogliere, registrare e spesso anticipare i fenomeni più interessanti, le sperimentazioni e le avanguardie. Insieme a questa squadra di avidi e curiosi lettori, Gandini inventa “Linus”, un giornale come non se ne erano mai visti prima, capace di intercettare le trasformazioni sociali e di guardare al fumetto e all’illustrazione in un modo del tutto nuovo. Prefazione di Umberto Eco.
Guarire il Cancro
“Guarire il cancro” costituisce senza dubbio un contributo di rilievo nello studio della medicina naturale contro questa malattia. Questa opera descrive i risultati ottenuti dai trattamenti nutrizionali nella cura del cancro. In collaborazione con l’amico, collega e due volte premio Nobel Linus Pauling, Abram Hoffer espone qui i traguardi raggiunti dal programma terapeutico da lui stesso elaborato e che è stato già sperimentato con successo da centinaia di pazienti sofferenti di diversi tipi di cancro. Le ricerche condotte mostrano come megadosi di vitamina C e altri nutrienti siano efficaci non solo per invertire la progressione della malattia, ma anche per migliorare notevolmente la qualità di vita del paziente, oltre che per ridurre i dannosi effetti collaterali legati ai trattamenti convenzionali – chemioterapia, radioterapia e trattamenti chirurgici – rispetto ai quali la terapia vitaminica può anche essere complementare. L’esposizione delle analisi statistiche di Pauling e dei casi clinici di Hoffer forniscono un’efficace risposta alle critiche sollevate nei confronti di questa terapia alternativa e nuove possibilità di guarigione per i malati di cancro. Arricchito da un capitolo che affronta le controversie scientifiche sollevate dal caso, l’analisi della cosiddetta industria del cancro, lo scetticismo medico, le ostilità di famigliari e personale sanitario nei confronti di questo tipo di trattamenti e le false informazioni divulgate a riguardo.
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