Questa è la pagina dedicata a Mario Rossetti.
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Io non avevo l’avvocato. Una storia italiana
«Guardia di Finanza, apra subito.» 23 febbraio 2010, 5.00 del mattino. Mario Rossetti viene arrestato per l’inchiesta Fastweb-Telecom Italia Sparkle su una maxifrode da due miliardi di euro. Quattro mesi di carcere tra Milano e Roma, arresti domiciliari, tre anni di processo, 147 udienze, beni sequestrati, drammatici e imprevedibili risvolti umani e familiari: in questa edizione aggiornata Rossetti racconta la sua odissea kafkiana, fino al riconoscimento dell’errore giudiziario e della totale estraneità ai reati. La sentenza di primo grado del 17 ottobre 2013, infatti, e quella d’appello del 27 settembre 2017, non impugnata dall’accusa, riconoscono, dopo otto anni, la totale estraneità ai reati contestati e mettono fine all’incubo. Ma chi gli ridarà indietro la vita e gli affetti perduti? Un’ingiustizia di cui nessuno risponderà e che per Rossetti non è semplicemente figlia di un terribile errore, ma è la conseguenza delle tante anomalie del nostro sistema giudiziario. L’autore invoca così una radicale riforma della giustizia e un profondo ripensamento delle carceri, affinché si trasformino, da gironi infernali, in luoghi di reinserimento sociale degni di un Paese civile.
Il nuovo laboratorio di scrittura. Per le Scuole superiori. Con e-book. Con espansione online
Missione non attaccare!: 1943: «Finzi» e «Da Vinci». L’operazione più pericolosa compiuta da due sommergibili
«Era il 22 gennaio 1943: quello stesso giorno compivo 28 anni. E di una cosa, più di ogni altra ero fiero: di essere il più giovane comandante dei sommergibili italiani che operavano in Atlantico.» La prima missione del giovane comandante del sommergibile atlantico Finzi in quella che avrebbe dovuto essere una silenziosa azione di appoggio e rifornimento a favore di un altro sommergibile, il Da Vinci, per consentirgli di allungare il suo raggio d’azione e andare a colpire laddove il nemico non si sarebbe mai aspettato. L’ordine tassativo era quello di non attaccare e di non farsi intercettare per non sprecare siluri e armamenti. Ma le cose non andarono come pianificato, il Finzi rifornì il Da Vinci, ma attaccò anche con successo tre piroscafi nemici e compì quella che Enzo Grossi, comandante superiore di Betasom definì «una delle più belle missioni fatte in Atlantico» Un avvincente diario che documenta una pagina di guerra negli abissi.
L’affondamento della nave fantasma: Una storia vera di guerra
Il 1° agosto 1942, al largo di Trinidad, il sommergibile italiano Enrico Tazzoli affonda un piccolo piroscafo di circa 2.000 tonnellate di stazza; i naufraghi che sono riusciti a mettersi in salvo riferiscono che si tratta del Castor, battente bandiera olandese. Un episodio molto chiaro per chi, come l’autore, è stato testimone diretto della vicenda, ma che nei resoconti ufficiali e in tutti i libri pubblicati negli anni seguenti si fa sempre più misterioso. Al Tazzoli infatti si attribuisce l’affondamento della nave greca Kastor, 5.497 tonnellate di stazza, e non del Castor il quale, peraltro, risulta essere andato perduto solo nel 1975. Ma allora che nave ha affondato il Tazzoli? E chi erano i superstiti? Inoltre, nessuno ha rivendicato l’affondamento della Kastor (che pure risulta perduta). Questo libro, attraverso il racconto in prima persona, attente ricerche, documenti ufficiali e rapporti dell’epoca, cerca di fare chiarezza su un’intricata vicenda, ricca di misteri.
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