In questo articolo vediamo insieme i migliori libri di Albert Camus.
Questo è il nostro video relativo ai migliori libri di Albert Camus.
Oggi conosceremo insieme Albert Camus all’interno del nostro format “Focus Autore”, format che come sempre si apre con “biografia, stile e tematiche”, continua con un’introduzione delle opere più rappresentative dell’autore, e si chiude con l’identikit del suo lettore ideale.
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Ma tornando a noi…
I libri di Albert Camus faranno per te?
Stiamo per scoprirlo.
Chi era Albert Camus
Albert Camus nacque nel 1913 nell’Algeria francese da una famiglia molto povera.
Figlio di un padre che a breve sarebbe morto in guerra e di una madre analfabeta, il piccolo Albert Camus riuscì comunque a portare avanti gli studi anche grazie all’incoraggiamento di un maestro che notò in lui un grande talento dal lato scolastico.
Talento che era secondo soltanto a quello che il giovane Alber aveva nel gioco del calcio.
Camus si distinse infatti col ruolo di portiere durante una breve carriera dilettantistica, carriera sportiva che magari lo avrebbe anche portato ai livelli più alti se non fosse stata brutalmente stroncata a soli 17 anni dalla tubercolosi.
Quella malattia, all’epoca incurabile, lo costrinse a rinunciare a quella grande passione e a ripiegare su lettere e filosofia.
Camus era un uomo spiritoso ed elegante, che oggi torna alla memoria di tutti come figura canonica dell’intellettuale novecentesco…
Un intellettuale però con i piedi ancorati a terra, sprovvisto del rigore accademico di quei filosofi coi quali non ha mai voluto condividere l’etichetta.
Sempre coerente nel suo essere più vicino ai deboli e agli esclusi piuttosto che alla borghesia.
Camus fu giornalista e attivista politico, romanziere e autore teatrale, saggista e teorico dell’essere umano.
E proprio a causa di questa sua costante riflessione sul senso della vita, la critica di ieri e di oggi non ha potuto che affiancare il suo nome a quello degli Esistenzialisti, pensatori tra i quali – a differenza sua – si rispecchiava perfettamente Jean Paul Sartre.
Sartre era un altro intellettuale con un’aura potentissima che Camus incontrò finalmente nel 43.
Precedentemente, i due avevano già avuto precedentemente modo di analizzarsi e apprezzarsi.
L’evento diede il via a quella che divenne una coppia fissa di maestri di pensiero, e ad un’amicizia che li avrebbe resi di fatto i Bud Spencer e Terence Hill dell’esistenzialismo francese post guerra mondiale.
I 2 furono molto legati, Sartre presentò Camus all’alta società e alle più brillanti menti del suo tempo, tra cui picasso, e Camus propose a Sartre di fare da inviato per il giornale clandestino Combà, del quale Camus fu direttore dal 43 al 47 dopo essersi affiliato all’omonima cellula partigiana.
I 2 andarono a donne insieme e fecero diverse scazzottate di sinistra contro nemici comuni ( quali il denaro, il conformismo e le istituzioni), ma purtroppo sarebbe stata proprio la politica a creare una spaccatura definitiva tra i 2, che si divisero sul punto centrale dell’uso della violenza all’interno delle politiche del partito comunista.
Per sartre il fine giustificava i mezzi, per camus no, e seppure in seguito Sartre sarebbe tornato sui suoi passi, ormai per quell’amicizia non c’era più nulla da fare.
(prendere tablet) Impossibile inoltre non sottolineare che zitto zitto, quel calciatore mancato ricevette pure il premio Nobel per la letteratura nel 57, che gli fu consegnato… precisamente…
“per la sua importante produzione letteraria, che con serietà chiarificante illumina i problemi della coscienza umana nel nostro tempo”.
Un premio meritato che accettò con umiltà, ma che non riuscì a godersi più di tanto, in quanto il 4 gennaio del 60 la vita del povero Albert terminò tragicamente contro un platano, in un incidente nel quale tutt’oggi in molti vedono ancora non poche sfumature di giallo.
Stile di Albert Camus
Veniamo allo stile, e andiamo ad analizzare rispettivamente narrativa e saggistica.
Dal lato narrativa, leggendo lo straniero e la peste troviamo una scrittura intrigante e scorrevole.
Le storie mantengono sempre un buon ritmo e si fanno leggere bene nonostante lo scopo dell’autore non fosse tanto intrattenere, quanto coinvolgere il lettore in un ragionamento costante.
E Camus a farci ragionare riuscirà praticamente ad ogni pagina, mettendoci davanti a situazioni ideate ad hoc per farci esplorare la psicologia dei propri personaggi.
Riuscirà a farceli amare e odiare, e ci offrirà nel confronto con questi un esame di coscienza impaginato e stampato.
I suoi saggi hanno invece un linguaggio sicuramente meno accessibile, e ci parlano come dando per scontato che saranno letti solo da chi abbia la cultura necessaria a comprendere i riferimenti letterari e filosofici al loro interno.
C’è da dire inoltre dei saggi che si potrebbero considerare delle vere e proprie guide all’interpretazione dei suoi romanzi.
Tematiche di Albert Camus
Venendo alle tematiche, i temi principali di Camus sono “l’assurdità dell’esistenza”… e “la lotta dell’uomo contro l’assurdità dell’esistenza”.
Assurdità che è l’unica risposta alla quale l’uomo possa giungere interrogandosi sul senso della vita, e sull’approccio dell’essere umano a quest’ultima.
Ora che dopo Darwin e Nietszke la mente umana è disincantata da Dio, come trovare un senso alla propria presenza su questo pianeta?
A che serve impegnarsi tanto ad arrivare da qualche parte, se tanto prima o dopo finiremo tutti sotto terra?
Per Camus però l’assurdo non è la risposta, ma è bensì il presupposto dal quale partire per poter trovare – rivoltandosi a quell’assurdità in modo solidale – un senso alla propria esistenza.
La grandezza dell’umanità starebbe proprio nella decisione di essere più forte della propria condizione assurda, riconoscendola e tirandosene fuori in rivolta, nella volontà di guadagnare questo senso.
Opere di Albert Camus
Certo è che piuttosto che sentito da me detto a grandi linee e male, il complesso pensiero di Albert Camus andrebbe estrapolato leggendo le sue opere… opere che sono divise in cicli, e che oggi andiamo ad esplorare insieme.
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Detto questo veniamo alle opere.
Lo Straniero
A rappresentare il ciclo dell’assurdo in questo video penseranno il romanzo “lo straniero”, e il saggio “il mito di sisifo”.
Iniziamo con lo straniero, che si apre con il famosissimo incipit.
“Oggi è morta mamma…
o forse era ieri… non so.”
Un dubbio questo che mostra un’indifferenza impossibile da avere per ogni essere che possa definirsi umano, e che proviene proprio dal protagonista del nostro libro, lo spudoratamente insensibile Marsò, un uomo alla deriva nell’assurdo.
Il romanzo si dividerà in 2 parti distinte, separate da un assurdo omicidio.
La prima parte vi metterà di fronte alle gesta del protagonista, esposte proprio allo scopo di porre il lettore in uno stato di indignazione nei confronti del cringissimo Marseau.
La seconda parte invece racconterà le forse ancora più assurde conseguenze di quell’omicidio, evidenziate in un processo giudiziario dai motivi che porteranno l’assassino ad ottenere una pena adeguata al suo essere straniero alla società in cui vive.
Il mito di Sisifo
Una diretta spiegazione di ciò che ha guidato Camus nella scrittura dello straniero, la si può trovare nel saggio filosofico “il mito di Sisifo” anche questo componente il ciclo dell’assurdo.
Qui Camus usa la figura dell’eroe mitico Sisifo come emblema dell’essere umano in balia dell’assurdità dell’esistenza.
Quell’uomo Sisifo che per aver sfidato gli dei, fu condannato da Zeus a spingere un masso in cima a un monte, pur essendo lui consapevole che raggiunta la cima il masso tornerà rotolando al punto di partenza, costringendolo a ripetere quell’immane fatica per l’eternità.
Fatica che rappresenta l’inutile tentativo umano di trovare un senso alla propria esistenza.
Il libro infatti si apre interrogandosi su quello che Camus indica come l’unico vero dilemma filosofico veramente serio, ovvero quello del suicidio.
Giudicare se una vita assurda come quella umana valga o meno la pena di essere vissuta, è la vera domanda prioritaria.
Tutto il resto è noia.
Da qui parte una lunga riflessione sul senso della vita e sull’assurdo, durante la quale l’autore riporterà e commenterà anche l’idea di altri grandi pensatori.
Non è sicuramente un libro facile da leggere, ma nella sua intensità saprà offrirvi tanti spunti per ragionare su cosa sia davvero a farvi alzare dal letto la mattina…
perché per quanto quella di sisifo sia una condanna, per lui è anche l’unica condizione possibile, e quindi come dice Camus, dobbiamo immaginarci Sisifo felice, perché l’unico modo per dare un senso alla sua assurda vita, consiste proprio nel continuare a provare a mandare su il dannato masso, e quindi nella rivolta.
Ed è proprio “la rivolta” a dare il nome al secondo famoso ciclo, che in questo video troviamo rappresentato dal romanzo la peste e dal saggio l’uomo in rivolta.
La Peste
La peste racconta come da titolo di un’epidemia che si scaglia nella città di Orano.
Un’epidemia che inizierà solo come una moria di topi neanche degna di nota, ma che rapidamente costringerà tutti i protagonisti a prendere atto della gravità della situazione e ad agire di conseguenza.
Ciò permetterà loro di sviscerare i propri diversi profili psicologici, nei quali riconoscerete ahime gli stessi dubbi che tutti abbiamo passato invece durante la più recente pandemia.
Vi troverete davanti alla reazione e ai ragionamenti del commerciante, del prete, e del medico, il dottor Riò, colui che attraverso la razionalità e la scienza tenterà di rivoltarsi al grande antagonista comune della Peste.
Camus usa la peste come metafora del male, del nazismo (all’epoca appena sconfitto), e della morte.
Morte che arriverà comunque per quanto tu possa impegnarti a valere qualcosa in questo mondo incomprensibile.
L’Uomo in Rivolta
E a chiudere anche questo ciclo arriva l’uomo in Rivolta, un saggio ben più lungo e impegnativo del mito di sisifo, che tra l’altro all’epoca sancì definitivamente la rottura di camus con sartre.
Qui la riflessione dell’autore tocca politica, storia, filosofia, letteratura e attualità, riportando e analizzando in tutte le salse il concetto di rivolta inteso da camus, e regalando al lettore un preciso spaccato del pensiero politico e etico dell’autore.
L’uomo in rivolta è sostanzialmente un lucido invito agli individui a non rinunciare mai al proprio spirito critico piegandosi a conformismo e a politiche totalitarie, in quanto per camus sarebbe proprio la libertà di poter dire NO a una cosa – e allo stesso tempo SI ad un’altra – l’unico modo per rendere un essere umano degno di chiamarsi tale.
Tempo di chiudere.
A chi consiglio di leggere Albert Camus
Sei o non sei il lettore target di Albert Camus?
Anche qui non posso che distinguere tra narrativa e saggistica, in quanto l’esperienza è nettamente diversa.
Consiglio quindi i romanzi di Camus a chi cercasse storie sia godibili, sia aventi una grande componente filosofica.
E di conseguenza a chi fosse disposto ad accompagnarne la lettura a quel ragionamento personale continuo, necessario ad esperirla al 100%.
Ne consiglio invece i saggi esclusivamente a chi fosse già abituato a letture simili in ambito filosofico e politico, seppur come detto ce ne siano di “più facili e adatte a chiunque si stesse semplicemente interrogando sulla vita” (sisifo)… e di più difficili…(l’uomo in rivolta) che richiedono una cultura letteraria e filosofica pregressa, perché altrimenti per quanto stilisticamente pulita, la lettura non potrebbe che risultare molto ostica.
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Migliori Libri Albert Camus da leggere
La peste
Io ne ho abbastanza della gente che muore per un’idea. Non credo nell’eroismo, so che è fin troppo facile e ho scoperto che uccide. A me interessa che gli uomini vivano e muoiano per ciò che amano. Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda. Isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico e il vetrino da laboratorio per le passioni di un’umanità al limite tra disgregazione e solidarietà. La fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni né è capace di «essere felice da solo», il semplice sentimento del proprio dovere sono i protagonisti della vicenda; l’indifferenza, il panico, lo spirito burocratico e l’egoismo gretto gli alleati del morbo. Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, «La peste» è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. Oggi da leggere e rileggere in una nuova brillante traduzione.
Opinioni:
Scritto da Albert Camus secondo una dimensione corale e con una scrittura che sfiora e supera la confessione, La peste è un romanzo attuale e vivo, una metafora in cui il presente continua a riconoscersi. – LaFeltrinelli
L’uomo in rivolta
Ne «L’uomo in rivolta», pubblicato nel 1951, trova la sua più rigorosa formulazione teorica la riflessione di Camus sull’idea – fondamentale – della rivoluzione, intesa come ricerca di equilibrio, azione creatrice, unica possibilità data all’uomo per fare emergere un senso in un mondo dominato dal non senso. L’opera sancì la rottura definitiva di Camus con Sartre e diede origine a infinite polemiche che divisero l’avanguardia intellettuale francese ma non riuscirono a pregiudicare la validità di una lezione di coraggio, generosità e moralità che rimane attualissima ancora oggi.
Lo straniero
La morte felice
«Nella crisalide della “Morte felice” si formava la larva dello “Straniero”» Così Jean Sarocchi riassume efficacemente il problema della genesi di questo primissimo romanzo di Camus, scritto tra il 1936 e il 1938, incompiuto e uscito postumo. Patrice Mersault, il giovane protagonista, è un povero impiegato di un ufficio del porto di Algeri. Conduce una vita normale, in solitudine e senza amore, anelando alla felicità e alla libertà, che non sa come raggiungere. Sarà l’incontro con Zagreus, un uomo colto e menomato nel fisico, a cambiargli la vita e a indicargli la strada per raggiungere i suoi obiettivi. Ma per farlo dovrà macchiarsi di un delitto. In un viaggio che raggiunge Praga, poi Genova e infine nel ritorno ad Algeri, attraverso un tormentato lavoro su sé stesso e sfidando le comuni convenzioni morali, Mersault comprenderà la propria natura e il senso delle sue azioni. Fino a riuscire a guardare in faccia la propria morte e ad amarla.
Opinioni:
«Di tutti gli uomini che aveva portato dentro di sé all’inizio della sua vita, adesso sapeva quale era stato: e questa scelta che nell’uomo crea il destino, lui l’aveva fatta con coscienza e coraggio.» – LaFeltrinelli
Riflessioni sulla pena di morte
Questo pamphlet nacque come saggio da pubblicare unitamente a uno scritto di Arthur Koestler, promotore di una campagna per l’abolizione della pena capitale nel Regno Unito, intitolato “Reflections on hanging”, che Manès Sperber aveva fatto tradurre in francese. Pubblicato nel giugno e luglio 1957 sulla Nouvelle Revue Française, il testo di Camus non rappresenta soltanto un testamento morale lucidissimo ma anche le domande e i dubbi di un intellettuale di fronte a un tema cruciale che non cessa di essere d’attualità.
Albert Camus. Vivere in tempi di catastrofe
Filosofo libertario, Don Giovanni romanziere, Premio Nobel di madre analfabeta, attore e drammaturgo militante, calciatore da ragazzo, tifoso da adulto, di sinistra «suo malgrado», moralista senza moralismo, eroe della Resistenza e pacifista convinto, algerino in esilio a Parigi, grande giornalista nonché instancabile polemista, amante della vita libera ma liberamente sottomesso alla disciplina creativa, tubercolotico cronico, avversario dichiarato della pena di morte: Albert Camus è stato questo e ben altro. Ed è stato già detto ampiamente. La bibliografia camusiana è immensa, più di altre le capita di essere di parte, e non sempre benevolmente. Camus è stato e rimane un soggetto «incandescente» Cosa allora aggiungere su chi disse di sé: «Sarò sempre straniero a me stesso»? La grandezza di Camus non si limita soltanto all’attualità della sua opera ma riposa anche sull’esempio della sua vita finita troppo presto nell’incidente più stupido del mondo: lo schianto di una macchina alla luce del giorno lungo una strada dritta, asciutta, deserta.
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