Questa è la pagina dedicata a Gianni Canova.
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Ignorantocrazia: Perché in Italia non esiste la democrazia culturale
È possibile rianimare o costruire una nuova democrazia culturale per l’Italia? Una società che dileggia la competenza, che sostiene che chiunque può fare qualsiasi cosa, che sostiene l’equivalenza di tutti a prescindere dalle conoscenze, dallo studio, dalla performatività, finanche dal talento, è una società statica, abulica, bloccata su se stessa, incapace di trasformarsi. Gianni Canova tocca uno dei nervi scoperti del dibattito culturale in Italia, un paese che sembra condannato a diventare nazione di analfabeti e populisti. Secondo Canova l’Italia del XXI secolo è diventata culturalmente anoressica: dopo il neorealismo dell’immediato dopoguerra sono mancati riferimenti riconosciuti a livello internazionale e un consumo di prodotti culturali degno di un paese sviluppato. Mentre l’intellettuale progressista o elitista si crogiola tra i propri idoli, l’unica vera rivoluzione culturale pare essere rimasta quella del cinema. È possibile rianimare o costruire una nuova democrazia culturale per il Belpaese?
L’alieno e il pipistrello. La crisi della forma nel cinema contemporaneo
Robert Zemeckis (Elementi)
Alfred Hitchcock. Il cinema ai bordi del nulla. Ediz. illustrata
Rappresentante supremo della settima arte, regista di grandi capolavori, pietra miliare del cinema mondiale, nel corso della sua carriera Alfred Hitchcock (1899-1980) ha girato oltre cinquanta film, dagli esordi nel cinema muto alle pellicole degli anni Settanta che hanno terrorizzato intere generazioni.
«Interessante è soprattutto il punto di vista, che si sposta dalle immagini approdate sullo schermo al “dietro la camera” mostrandoci momenti cruciali della elaborazione dei film» – Irene Bignardi, Il Venerdì Trame avvincenti, montaggio originale, ingegno, abilità magistrale nel tenere viva la tensione fotogramma dopo fotogramma: questi gli ingredienti che hanno reso Hitchcock una vera e propria icona della storia del cinema, venerato e adorato da una schiera di ammiratori che ancora oggi imitano e studiano le sue tecniche innovative. Attraverso un’ampia selezione di fotografie e contenuti originali tratti dai set di capolavori come “Psyco” (1960), “La finestra sul cortile” (1954), “Gli uccelli” (1963), “La donna che visse due volte” (1958), “Intrigo internazionale” (1959), “Il delitto perfetto” (1954), il lettore potrà immergersi nei backstage, scoprire particolari curiosi e conoscere meglio la vita privata del maestro del brivido.Quo chi? Di cosa ridiamo quando ridiamo di Checco Zalone
“Ho visto ‘Quo vado?’ la sera del 2 gennaio in un cinemino di alta montagna. Nevicava fitto. Con mia moglie e mia figlia di 11 anni abbiamo fatto un’ora e un quarto di coda, sotto la neve, con altre 2300 persone che attendevano euforiche di entrare al cinema. C’erano vecchi e bambini, signore borghesi e ragazzini punk. Erano allegri, ridevano, emanavano calore. La stessa cosa, nelle stesse ore, succedeva in tutta Italia, e coinvolgeva milioni e milioni di italiani. Una cosa così non succedeva dagli anni’50. Quando un film produce un fenomeno così, e coinvolge un’intera società, vuol dire che contiene ed emana qualcosa di unico, qualcosa di prezioso. Questo libro cerca di capire cos’è questo qualcosa. E chiede allo stesso Zalone di svelarci i segreti di una comicità così libera, gioiosa e contagiosa.” (Gianni Canova)
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