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La figlia più bella: Un caso per il commissario Melis
Il Maestro della Testa sfondata: Un caso per il commissario Melis
Il trio dell’arciduca
«Un vero godimento, originale e di altissimo livello» – Fabrizio d’Esposito, Il Fatto quotidiano Giugno 1914: un mercante levantino viene trovato cadavere nelle acque del porto di Trieste. Oltre che un mercante, però, il morto è l’informatore di un giovane agente segreto imperialregio, Neron Vukcic, che sospetta subito un omicidio. Comincia così un’indagine che si trasforma ben presto in un percorso a ritroso, basato su indizi e deduzioni: dall’ultima tappa toccata dal mercante prima di morire annegato, Sarajevo, Vukcic arriva sino a Istanbul, la capitale del vecchio impero ottomano, a quel tempo ancora Costantinopoli. La missione del nostro giovane agente segreto prosegue, piena di insidie, in un continuo incrociarsi di spie dei tre diversi imperi destinati a scomparire di lì a poco – l’austriaco, il turco, il russo -, di membri di società segrete nazionaliste, di danzatrici di successo internazionale. Attentati e agguati, mosse e contromosse animano e complicano una trama che riconduce inesorabilmente, in quel caldo giugno 1914, a Sarajevo, dove i servizi segreti delle Grandi Potenze hanno innescato un gioco più grande di loro. In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell’atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. E soprattutto divertendolo con continui ammiccamenti agli appassionati del giallo, invitati a riconoscere in Neron Vukcic, la versione giovane di un celeberrimo detective che, come Neron, è nato in Montenegro il 17 aprile 1893, è cresciuto presso la famiglia del cugino, ha una taglia forte, ama le orchidee e la buona tavola…
Opinioni:
In tutti i suoi romanzi Tuzzi è maestro nella ricostruzione di ambienti e luoghi: qui immerge il lettore nell’atmosfera della Belle Epoque, oltre che dei Balcani teatro di intrighi, avvincendolo con la trama e distraendolo con dettagli inediti e spassosi su città e luoghi ancora selvaggi. – LaFeltrinelli
Se il romanzo poliziesco funziona quando, oltre a tenere alta la suspense dell’intreccio, riesce a descrivere un ambiente, una città, una società, quelli di Hans Tuzzi hanno, oltre a tutto ciò, anche qualcosa di più – Leopoldo Fabiani, la Repubblica
Un posto sbagliato per morire. Le indagini di Norberto Melis
Un’inchiesta in cui la personalità della vittima è la chiave per arrivare al colpevole? Succede, più spesso di quanto si creda. Mai come in questo caso, però, il commissario Melis ne sembra convinto. Manrico Barbarani: una laurea in architettura, uno studio affermato, un socio da trent’anni al suo fianco, tante amiche, alcuni affezionati nemici, una passione per l’alpinismo, due mogli, anzi: due ex mogli. E un figlio di cui potrebbe essere il nonno. Già. E tre proiettili piantati in corpo. E dove, poi! Nella più squallida delle periferie, che pure a Milano sono tutte squallide: vicino al dormitorio dei «barboni», su strade battute la notte da prostitute e ragazzi di vita. Una doppia vita? Forse. Qualcosa però non convince Melis, a cominciare dal fatto che l’auto di Barbarani è in garage. E allora? E allora, nel sereno settembre milanese del 1981, il commissario e i suoi uomini iniziano un’indagine che, muovendosi fra i luoghi del potere più o meno occulto e le feroci dispute di una difficile separazione fra coniugi, sembra condannata ad arenarsi. Fino a quando l’assassino colpisce di nuovo. Allora, ecco, tutte le tessere del mosaico vanno lentamente al loro posto, disegnando una vicenda di grande amarezza, di grande solitudine, di grande amore. Quell’amore per il quale un uomo può persino tradire sé stesso.
Opinioni:
Hans Tuzzi scopre il suo gioco di autore capace di fare l’occhiolino ai lettori più accorti… È un pokerista della narrazione – Giuliano Aluffi, la Repubblica
I romanzi che Hans Tuzzi si diverte a pubblicare hanno il pregio di far sentire più intelligente chi li legge… le ore passate in compagnia di Melis sono preziose – Pietro Cheli, Gioia
Tuzzi ha la capacità di tenere avvinti alla pagina, e nel contempo di depositare descrizioni e riflessioni da grande scrittore – Carlo Bordone, Mucchio selvaggio
Un posto sbagliato per morire. Le indagini di Norberto Melis
Manrico Barbarani: una laurea in architettura, uno studio affermato, un socio da trent’anni al suo fianco, tante amiche, alcuni affezionati nemici, una passione per l’alpinismo, due mogli, anzi: due ex mogli. Un figlio di cui potrebbe essere il nonno. E tre proiettili piantati in corpo. Nel sereno settembre milanese del 1981, il commissario Melis comincia un’indagine tra i luoghi del potere e le feroci dispute di una difficile separazione fra coniugi. Ma poi l’assassino colpisce di nuovo. E allora tutte le tessere del mosaico vanno a posto, disegnando una vicenda di grande amarezza, di grande solitudine, di grande amore. Lo svolgimento corale e la voce stessa di Milano creano l’inconfondibile atmosfera dei gialli di Hans Tuzzi, dove lo scavo psicologico dei protagonisti e la cura dei particolari si inseriscono in una trama di pressante ritmo narrativo.
Opinioni:
Lo svolgimento corale e la voce stessa di Milano creano l’inconfondibile atmosfera dei gialli di Hans Tuzzi, dove lo scavo psicologico dei protagonisti e la cura dei particolari si inseriscono in una trama di pressante ritmo narrativo. – LaFeltrinelli
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