Questa è la pagina dedicata a Marco Rovelli.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Siamo noi a far ricca la terra: Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi”.
La guerriera dagli occhi verdi
Avesta ha ventidue anni quando sale in montagna seguendo le orme di Harun, l’adorato fratello. Lascia Mezri, lascia Turgut Reis, i villaggi curdi dove con la famiglia è cresciuta e ha imparato a conoscere le cose, ad amarle. imbraccia il fucile per dare il suo contributo alla lotta per un Kurdistan libero, e la sua forza è così grande, l’energia che mette in tutto così viva, che presto le chiedono di entrare nel gruppo speciale, e altrettanto presto diventa comandante della sua squadra. Tante ragazze, come lei, hanno scelto quella vita sui monti del Qandil, tra le foreste, nella neve. Non si poteva lasciare che il governo turco strozzasse le voci in gola, spegnesse i fuochi di festa, negasse la vita, come ora non si può soccombere ai missili e alle bombe delle milizie islamiche. Contro il Daesh, Avesta combatterà una battaglia esemplare. Sarà, con la squadra che ovunque la segue, baluardo di resistenza e testimonianza di chi propone una vita comunitaria radicalmente democratica. Nel suo grido di battaglia le voci di un popolo intero, un coro che chiama da tempi lontani ma che oggi, come sempre, chiede solo libertà.
Opinioni:
Nel settembre 2014 il volto di Avesta Harun, comandante curda caduta in battaglia contro l’Isis, fa il giro del mondo. Nel suo nuovo libro Marco Rovelli racconta la storia dietro quel volto, intrecciando vicende individuali e collettive, l’epopea del popolo curdo, la resistenza e la lotta esemplari di tante giovani donne. – LaFeltrinelli
Siamo noi a far ricca la terra: Romanzo di Claudio Lolli e dei suoi mondi
Il tempo delle ciliegie
Consacrata a simbolo stesso della Comune di Parigi da Victor Hugo, che le dedicò la poesia Viro Major, Louise Michel si schierò sempre dalla parte degli ultimi, umani o animali che fossero, con un’abnegazione talmente assoluta che le valse l’appellativo di «santa anarchica» Questo racconto a più voci di quella che fu la più nota «incendiaria» parigina ci narra al contempo l’epopea di quei giorni, fatti di speranze e barricate. Ed è proprio per quelle barricate che questa istitutrice libertaria, dopo essersi esercitata nei luna-park per imparare a sparare, lascia il servizio nelle ambulanze (e il tradizionale ruolo attribuito alle donne negli eventi rivoluzionari) per trasformarsi nella strenua combattente cantata anche da Paul Verlaine. Certo la pagherà cara, con la prigionia e la deportazione, ma Louise sapeva che il tempo delle ciliegie, la primavera di emancipazione, prima o poi sarebbe arrivata. E ha vissuto per questo.
La doppia presenza
Sara è una diciottenne nata e cresciuta a Rozzano, nell’hinterland milanese. I suoi genitori sono venuti dal Bangladesh, ma di quel luogo lei sa ben poco. Eppure non è totalmente italiana: gli altri non l’hanno mai fatta sentire tale, e adesso sta prendendo coscienza piena di questa sua doppia natura. Una doppia assenza, o forse una doppia presenza. Quella di Sara è un’identità multipla e complessa, con cui deve avere a che fare, come tanti suoi coetanei, chiamati impropriamente “G2”, seconda generazione di immigrati; dove, invece, loro non sono immigrati, ma nati in Italia, e dunque italiani. Sara ha un rapporto molto stretto, e insieme conflittuale, con suo padre Arun che da quando è arrivato in Italia dopo un viaggio faticoso ha sempre lavorato duramente. Ma lei di questa durezza nulla sa: non del suo lavoro, non del suo viaggio, e nemmeno della sanguinosissima guerra civile in Bangladesh nel 1971. La sua vita ruota intorno all’amore contrastato per Lorenzo e alla passione per il teatro. E sarà proprio a partire da questo che comincerà lentamente a fare i conti con la sua cultura, con tutto il rimosso che pure sta dentro di lei, e, insieme, con la sua natura di donna.
Lager italiani
“Storie di uomini e donne presi a calci e pugni, in molti contro uno, storie di vigliaccherie nostre autorizzate e commesse di nascosto, contro ogni legge prima che contro ogni umanità. Ecco qui un fascio di racconti e di nomi che non si fanno cancellare. Si imprimono nella fragile superficie delle pagine e da lì sprofondano in chi ha cuore di leggerle. Mai contare gli esseri umani, mai ridurli a mucchio, sommatoria: sono singole vite, uniche e strapiene di ragioni per affrontare lo sbaraglio di deserti e mari, naufragi e schedature, impronte digitali e pestaggi. A che grado di sbirraglia abbiamo abbassato giovani poliziotti e carabinieri coetanei di una gioventù d’oltremare da schiacciare, scacciare.” (dalla premessa di Erri De Luca)
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