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Il meglio deve ancora venire
La sua carriera, fin dagli inizi, è stata una sfida al destino, un cammino sul ciglio di un burrone. Come quello che, in ritiro, delimitava il campo di allenamento della Pistoiese, stagione 2002/2003. Partito dalla Primavera del Bologna – dove ha vissuto sulla pelle il dolore umano per la scomparsa del giovane Niccolò Galli -, è riuscito nell’impresa impossibile di essere profeta in patria riportando il Livorno in Serie A dopo oltre cinquant’anni, ha costruito giorno dopo giorno il miracolo della Reggina, un triennio culminato in una salvezza storica partendo da -11. Da Reggio a Genova, sponda blucerchiata, altro mare altre imprese: la rinascita di Cassano, la qualificazione Uefa, la finale di Coppa Italia. E poi l’azzurro di Napoli, dove in quattro anni ha riportato la città nell’Olimpo del calcio, vinto una Coppa Italia, centrato un secondo posto e regalato una stagione di memorabili notti di Champions. Fino all’estate 2013, quando Massimo Moratti – che firma la prefazione del volume – lo sceglie per affidargli la sua Inter proprio alla vigilia del passaggio di consegne a Tohir. In questo libro, Mazzarri racconta le sue intuizioni, i giorni di rabbia e quelli di gloria; i presidenti, gli avversari, i dialoghi segreti con i colleghi e i campioni che ha allenato, la sua famiglia; le vittorie di ieri e quelle di domani. Perché di una cosa è certo: il meglio deve ancora venire.
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Tana libera tutti
«A ridosso della Giornata della memoria Walter Veltroni racconta ai giovanissimi una storia da non dimenticare: quella di un bambino che fu deportato in un campo di sterminio. E che da adulto ha capito perché doveva raccontarlo» – Robinson
Sami Modiano ha solo otto anni quando viene espulso dalla scuola. Abita a Rodi, all’epoca territorio italiano, dove frequenta la scuola elementare, che adora. Il maestro non gli dà motivazioni, gli dice solo di tornare a casa dal padre che gli spiegherà tutto. Da quel giorno Sami smette di essere un bambino e diventa un ebreo. Con il padre e le sorelle vive con difficoltà le restrizioni delle leggi razziali, arrivate sull’isola senza avvisaglie, fino al rastrellamento dell’intera comunità ebraica avvenuto con l’inganno il 23 luglio del 1944. Sami e la sua famiglia vengono caricati su una nave mercantile e da Atene su un treno. Un mese di viaggio in condizioni disumane verso il campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. In pochissimo tempo perde ciò che ha di più caro al mondo: il padre e la sorella Lucia, con cui era riuscito a restare in contatto scambiando bocconi di pane della propria razione quotidiana. Per due volte viene selezionato dai medici del campo e si salva miracolosamente, come pure sopravvive alla marcia finale e alla fuga dei nazisti dal campo con i prigionieri perché creduto morto. Nella casa in cui trova rifugio e viene raccolto dai sovietici il 27 gennaio 1945 conosce Primo Levi e Piero Terracina. Di tutta la comunità ebraica di Rodi, è stato tra le sole venticinque persone riuscite a salvarsi. Nel 2005 ha trovato la forza di tornare ad Auschwitz, accompagnato da una classe di ragazzi e dall’allora sindaco di Roma Walter Veltroni ed è diventato testimone della Shoah. La sua storia arriva al grande pubblico nel 2018 grazie al docufilm Tutto davanti a questi occhi girato proprio da Veltroni.Opinioni:
«Ciò che mi ha tenuto in vita sono le parole di mio padre: Tu devi vivere, Sami. Tieni duro.» – LaFeltrinelli
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