In questo articolo vi presentiamo una selezione dei migliori libri sull’eutanasia.
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Nella lista seguente invece trovi quelli che ad oggi sono i migliori libri sull’eutanasia in termini di vendite e gradimento dei lettori.
Migliori Libri sull’eutanasia
Eutanasie
Eutanasie, al plurale, intende sottolineare la varietà delle questioni di fine vita e suggerire l’inutilità della pretesa di esaurire tutto entro una linea netta che divida il bene dal male, il morale dall’immorale, il lecito dall’illecito, perchà© ogni attesa di assistenza è diversa da un’altra, perchè ogni sofferenza non è equiparabile a un’altra. Il diritto dovrebbe innanzitutto cercare di comprendere quali siano le attese e le speranze di chi soffre. Può farlo, a volte, attraverso artifici come le dichiarazioni anticipate di trattamento: lo strumento estremo per illudersi di dare la parola a chi non può più parlare. Può farlo, molto più spesso, limitandosi a prendere atto dei limiti della tecnologia e ricordando che uno strumento di emancipazione non può diventare un mezzo di oppressione. Se il valore dell’indisponibilità della vita è sistematicamente contrapposto al valore della libertà personale, c’è qualcosa che non funziona nei processi interpretativi e, ancor prima, nel tessuto sociale.Queste pagine sono il tentativo di mettere in luce i diversi modi con cui l’esperienza giuridica ha cercato di trovare un equilibrio tra una pretesa di autonomia che non può essere eretta a rivendicazione assoluta di autosufficienza e un obbligo di curare che non può diventare la mera applicazione di una tecnologia indifferente alle richieste e alla condizione di chi soffre. Esiste un dovere di curarsi? Esiste un diritto a rifiutare le cure? Esiste un diritto a morire? Questi interrogativi sono presi in esame, riflettendo sul concetto di malattia, sulla condizione del malato e in particolare sulla dimensione del “morire”, con i suoi tempi (pre-paziente, malato terminale, morituro artificiale), i suoi templi (ospedali, hospice, case di riposo) e i suoi riti (isolamento, alienazione, dipendenza).
Dignità nel morire, eutanasia e cure palliative nella prospettiva costituzionale
Nella prospettiva costituzionale, laddove i fatti e le norme si incontrano per fondare tutto l’ordinamento giuridico le questioni di fine vita, gli stati di minima coscienza e le recenti norme sul diritto alle cure palliative appaiono temi di estremo interesse. E ciò per la stessa evidente relazione fra tali realtà e le maggiori categorie dell’umano e del giuridico: la vita, la morte, la dignità, la libertà, la responsabilità, la solidarietà, la salute fìsica e psichica. Le situazioni indicate si riferiscono certamente ai diritti di libertà ma sono anche questioni sociali, nella misura in cui si voglia considerare un dato innegabile: quello per cui tali momenti dell’esistenza corrispondono alle situazioni più fragili della vita umana, a quelle condizioni personali e sociali cui si riferisce l’art. 3 Cost. In ogni caso attengono ai diritti inviolabili dell’uomo di cui all’art. 2 Cost. Entrambi i principi concorrono ad identificare la portata giuridica del concetto di dignità umana. Del resto ciò vale con riguardo a tutti i diritti fondamentali, dei quali si è detto che non esprimono mai una “polarità isolata” dell’individuo, il quale non può astrarsi dalla concretezza del radicamento sociale.
Il diritto di non soffrire. Cure palliative, testamento biologico, eutanasia
La labilità dei confini tra le cure di fine vita (“lasciar morire”), il suicidio assistito (“aiutare a morire”) e l’eutanasia (“provocare il morire”) non ha permesso finora di affrontare in modo adeguato l’enorme e delicatissimo problema – irto di implicazioni etiche, giuridiche, umane e perfino religiose – di come rispondere a quei pazienti che, affetti da una malattia inguaribile e irreversibile, invocano il “permesso” di morire, o meglio di interrompere una vita “torturata e non più voluta”. Umberto Veronesi tratta temi di bruciante attualità, come l’eutanasia e il testamento biologico, presentando le diverse forme di “buona morte” attraverso il racconto di storie eloquenti e strazianti di malati terminali (alcuni molto noti, come Terri Schiavo, Giovanni Nuvoli, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro) a cui è stato a lungo negato l’aiuto che avrebbe consentito di risparmiare loro atroci sofferenze. Tali argomenti vengono analizzati alla luce delle differenti posizioni assunte dai vari paesi del mondo, sia i molti in cui l’eutanasia non è permessa sia i pochi (Olanda, Belgio e Lussemburgo) in cui è stata di fatto depenalizzata, pur rimanendo un atto praticabile unicamente da personale medico e a condizione che si tratti di una richiesta motivata, reiterata e consapevole, ovvero dotata di tutti i requisiti che ne attestino la “legalità”.
L’eutanasia della democrazia. Il colpo di Mani pulite
La stagione politica che impropriamente è andata sotto il nome di “Mani pulite” ha profondamente mutato la storia della nostra democrazia, incidendo in modo irreversibile sul rapporto tra poteri dello Stato. Uno dei passaggi cruciali è stata l’abolizione dell’autorizzazione a procedere per i membri del Parlamento. La riforma costituzionale dell’articolo 68 della Costituzione, avvenuta sotto l’incessante spinta delle piazze forcaiole, ha alterato la relazione tra poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, arrecando gravi fratture all’ordine democratico. In quest’opera, oltre alla fedele esposizione del dibattito parlamentare antecedente alla riforma, vi è anche uno scrupoloso lavoro di ricerca sulle guarentigie parlamentari. Quando nacquero? Perché? Cosa prevedono le Costituzioni degli altri Paesi occidentali? Domande essenziali per comprendere l’evoluzione della nostra democrazia. La risposta del libro è che siamo un unicum nel panorama mondiale. Prefazione di Sabino Cassese.
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