Se ti consideri davvero un lettore appassionato, non puoi non aver fatto un pensierino sul leggere i migliori Libri di Fedor Dostoevskij.
I Libri di Dostoevskij possono considerarsi indubbiamente opere di uno dei migliori autori contemporanei di sempre.
Questi grandi capolavori si fanno leggere stranamente bene, nonostante mantengano la propria natura di “mattoni”.
Guarda il nostro video su Youtube per conoscere in pochi minuti tutto quello che c’è da sapere sull’autore (magari), e continua la lettura per la nostra selezione di romanzi di Dostoevskij.
Perché leggere Dostoevskij
Fedor Dostoevskij è probabilmente, insieme a Lev Tolstoj, il più grande esponente della letteratura Russa.
La letteratura di Dostoevski, seppur di mole imponente (anche più di 1000 pagine a libro), riesce ad affascinare e ad avvolgere sempre il lettore, per il quale anche 500-1000 pagine alla fine sembreranno poche.
Le sue trame sono sempre abbastanza tragiche, e vi troverete di fronte a temi quali suicidio, pazzia e delitti.
Caratteristica che sorprenderà tutti i vergini in materia Dostoevskij, è la sua capacità di analizzare e mettere a nudo la psiche dei personaggi, e di darla in pasto al lettore nel più dettagliato e intrigante dei modi.
Troverete in questi libri quasi didattici su questa tematica, al pari dei migliori libri di psicologia.
Fedor Dostoevskij Libri Migliori
Le opere di Dostoevskij sono obbligatoriamente presenti nella nostra classifica dei libri da leggere almeno una volta nella vita.
Il libro “I Fratelli Karamazov” è indubbiamente il mio preferito di Dostoevski. Un libro che ti spinge a riflettere tanto, praticamente in tutte le pagine.
Uscirete dalla lettura dei Fratelli Karamazov con la sensazione di aver aumentato in modo direttamente proporzionale la vostra materia grigia.
Le notti bianche + Memorie dal sottosuolo. Ediz. integrali. Con Segnalibro
“Le notti bianche” è un racconto giovanile di Dostoevskij, pubblicato nel 1848 sulla rivista “Annali patrii”. Il titolo prende spunto dal periodo estivo dell’anno in cui, nella Russia del nord, il sole tramonta dopo le dieci. Il protagonista è un sognatore romantico, smarrito all’interno della propria vita impalpabile. Gli accade di incontrare, durante una di queste notti, mentre si aggira tra le strade deserte e gli edifici, una ragazza triste e sola, che risveglia in lui l’amore. La narrazione si svolge nell’arco di quattro notti durante le quali i due giovani discorrono immersi ora nel sogno ora nella realtà. “Memorie dal sottosuolo” apparve per la prima volta sulla rivista Epocha (L’epoca) nel 1864. Si tratta di un capolavoro scritto in forma di monologo in cui il protagonista si confessa mettendosi a nudo, spiegandoci cosa sia il “sottosuolo” della propria coscienza corrotta. È un viaggio, in realtà, all’interno della coscienza umana intera. La cosa straordinaria che risulta dalla lettura è che la coscienza dell’uomo di Pietroburgo della seconda metà dell’Ottocento non è poi così differente da quella dell’uomo contemporaneo.
Le notti bianche
Quattro notti e un mattino per raccontare una storia che si muove al buio e nella penombra della coscienza. Un giovane sognatore, abituato a nutrirsi di sentimenti e impressioni, incontra nella notte una ragazza piangente e sola che sarà per lui l’appiglio verso il concreto mondo diurno. La città di San Pietroburgo saprà cullare nel suo bianco silenzio questa storia a due voci, fatta di confidenze notturne, attese e speranze e il mattino, al risveglio, rimarrà quello strano sapore in bocca, quella domanda di realtà inevasa: nelle notti bianche, negli improbabili intrecci e nei sussurri furtivi di due ipotetici amanti, qual è il vero confine del sogno?
L’idiota. Ediz. integrale
In un’umida giornata novembrina arriva a Pietroburgo il principe Lev Nikolaevic Myskin. È venuto a proclamare la sua verità da “idiota”, che sovverte le tradizionali contrapposizioni tra Bene e Male, tra Amore e Odio e afferma una sua nuova Legge: quella della compassione e dell’accettazione del prossimo. Ma a questa verità tutti si ribellano; a respingerla è soprattutto Nastas’ja Filippovna, donna bellissima e perduta che non si sottrae al suo tragico destino, quello di finir vittima del passionale Rogozin. Opera in cui massimamente si trasfondono la visione dostoevskiana del mondo e un profondo sentimento religioso (tanto che nel principe Myskin è stata adombrata la figura di Cristo), “L’idiota” resta tuttora una lettura irrinunciabile. Introduzione di Mauro Martini.
Il giocatore-Le notti bianche-La mite-Il sogno di un uomo ridicolo. Ediz. integrale
Accanito, e non fortunatissimo, giocatore per molti anni, Dostoevskij scrisse “Il giocatore” in soli ventotto giorni nell’ottobre del 1866. Nell’immaginaria stazione termale di Roulettemburg, Aleksej Ivanovic, intellettuale russo sradicato, finisce per rischiare il suo stesso destino. Eroe del romanzo breve “Le notti bianche”, opera del periodo cosiddetto “romantico” di Dostoevskij, è la figura del sognatore, nella cui piatta esistenza, chiusa in un mondo di fantasticherie, piomba per un breve attimo la giovane Nasten’ka. Nella più matura espressione della sua vena creativa, Dostoevskij ci presenta ne “La mite” il racconto introspettivo e raggelante di un marito che veglia la giovane moglie morta suicida; “Il sogno di un uomo ridicolo” è il monologo di un uomo che, abbandonato da tutti e deciso a uccidersi, sprofonda in un sogno che lo trasporta in un mondo primordiale, un’onirica età dell’oro.
I fratelli Karamazov. Ediz. integrale. Con Segnalibro
Ultimo grande capolavoro di F. Dostoevskij, pubblicato nel 1879, “I fratelli Karamazov” è tutt’oggi, a ben ragione, annoverato tra i grandi classici della letteratura. Il romanzo narra, per l’appunto, le vicende dei fratelli Karamazov e del loro difficile rapporto col padre, un uomo dissoluto e volgare. Dostoevskij affronta a viso aperto, come sempre, i grandi interrogativi morali: l’esistenza del male e di Dio, la fede, il presunto parricidio, la colpa, il libero arbitrio… e, più di tutti, l’essere uomo come essere in fieri, che implica il dover necessariamente fare i conti con le proprie contraddizioni per potersi “trasformare” davvero, per anelare al bene.