Questa è la pagina dedicata a bambini senza parole.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Senza parole. Accogliere il bambino da zero a tre mesi”.
Senza parole: Bambini diversi in contesti diversi – Mutismo Selettivo – Libro pratico per genitori e insegnanti (Collana S.M.A.I.L.)
Senza parole. Accogliere il bambino da zero a tre mesi
Questo testo fornisce indicazioni semplici per leggere la sensibilità infantile dei primi mesi. Ogni aspetto delle cure che gli adulti, le mamme e i papà soprattutto, dedicano ai bambini nei primi tre mesi, rappresentano un modo fondamentale e unico per entrare in relazione con lei o con lui, di darle o dargli in forme delicate e diverse la nostra attenzione senza per questo annientare la nostra vita di adulti. Forse dobbiamo ancora scoprire che cosa significhi in concreto e senza retorica amare un bambino appena nato! Questo libro è un aiuto per chi vuole imparare.
La storia del Libro Senza Parole
Il libro senza le parole: Esercizi di creatività per bambini
Il bambino silenzioso. Comunicare senza parole
Comunicare senza parole raccoglie significativi contributi sul lavoro con bambini e adolescenti che non parlano, non mangiano, non camminano. Bambini e adolescenti che non riescono a partecipare alla vita, che si sono rifugiati in un mondo lontano, difficile da raggiungere, un mondo che li allontana dalla quotidianità e al tempo stesso li protegge da ciò che fa paura. Invasi da figure genitoriali minacciate, morenti, qualcosa si è spezzato dentro di loro: il ponte emotivo che li collega alla realtà. Fra i molti apprezzamenti che si possono fare su questo libro vi sono il vivo interesse, la vasta comprensione e la capacità comunicativa che coinvolgono i lettori, professionisti e non, immergendoli in una esperienza profonda di quelle drammatiche condizioni di osservare, sentire, pensare, curare bambini o giovani con grave patologia psichica. Jeanne Magagna, con il suo ruolo di “pioniera” e “guida” nel lavoro individuale e di gruppo, e insieme a lei i molti collaboratori negli estesi contributi clinici, dimostrano l’indispensabilità di una partecipazione continuativa dei familiari dei pazienti.
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