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Cancro leucemia. E altre malattie apparentemente incurabili sono guaribili con metodi naturali. Consigli per la prevenzione e cura di molte malattie
Il cancro ha già perso. La rivoluzione da Nobel dell’immunoterapia dei tumori
«Il cancro ha già perso» è una dichiarazione che tutti vorremmo sentire e ogni medico vorrebbe poter dare. Ma è anche un’affermazione vera, perché il cancro ha già perso più di una battaglia, e dunque verosimilmente perderà la guerra. Grazie all’immunoterapia oncologica, alcuni tumori, come il melanoma e certe forme di cancro del polmone, hanno davvero perso, perché la terapia ha dato e continua a dare buoni risultati. E su molti altri tumori, su cui sono in corso sperimentazioni, c’è ottimismo. L’immunoterapia – celebrata ora anche dal Premio Nobel per la medicina – è la rivoluzione copernicana della lotta ai tumori: il nostro sistema immunitario viene stimolato con i farmaci a fare quello che fa ogni giorno per difenderci, distruggere i corpi estranei, in questo caso le cellule tumorali. La chemio e la radioterapia tradizionali, invece, vanno a colpire tutte le cellule, non solo quelle malate. Quella che, all’inizio, era un ramo della ricerca per sparuti visionari pionieri è diventata in pochi anni la nuova vera frontiera della cura ai tumori. Incalzato da Giovanni Minoli, l’oncologo Michele Maio, da quasi quindici anni direttore dell’unico reparto in Italia dedicato all’immunoterapia oncologica, a Siena, spiega in parole chiare ma precise ed esaustive cos’è l’immunoterapia, come funziona, per quali tumori ha dato risultati già consolidati, quali sono le prospettive future e la sostenibilità economica delle cure. Fa anche un punto dello stato della ricerca a oggi, e apre un ventaglio di prospettive future o imminenti.
Opinioni:
Un faccia a faccia illuminante su nuovi sviluppi, nuove cure, nuove frontiere dell’immunoterapia oncologica: la rivoluzionaria terapia che ha vinto il Nobel per la medicina. Perché tutti sappiano che, oggi più che mai, il cancro si può sconfiggere – LaFeltrinelli
Con l’immunoterapia si può vincere la lotta contro i tumori – Michele Maio
Il linfedema dopo il cancro: stile_compresso
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Tropico del Cancro
Nell’incantata, effervescente Parigi degli anni trenta, precisamente nel 1934, viene pubblicato da un piccolo editore un libro intitolato “Tropico del Cancro”: sarà la miccia di uno scandalo morale e di un’insurrezione letteraria che attraverserà tutto il secolo. Negli ambienti più conservatori si parla di pornografia, nei caffè avanguardisti si inneggia alla rivoluzione: la verità è che “Tropico del Cancro” è uno dei grandi capolavori della letteratura novecentesca, un romanzo autobiografico insostituibile per la forza e la fluidità del suo linguaggio, la potenza del suo immaginario, la vivida resa degli ambienti e dei caratteri. È lo stesso Miller a parlarci di sé in prima persona, a raccontarci dei suoi amici, dei miseri eppure vibranti quartieri che attraversano e vivono. Di ubriachezza in ubriachezza, di donna in donna, di rissa in rissa, di illuminazione in illuminazione. Con una scrittura travolgente e fluviale, che trasfigura ogni evento delle piccole, eccezionali vite che sono le vite di tutti noi, facendole diventare un’epica nuova, l’epica dell’essere umani, un’epica che cantiamo tutti ritrovando in noi la sete di libertà di questo scrittore. Con contributi di Mario Praz.
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