“La Divina Commedia” è solo uno dei libri di Dante Alighieri, ma è anche ovviamente il più famoso e riconosciuto.
Se a qualcuno chiedessi “Dante?” ti risponderebbe “Divina Commedia”.
Ed è ancora quella la risposta anche quando li tuo cruciverba ti chiede di inserire l’”importante libro di dante“.
Qualcuno è arrivato su questa pagina proprio cercando quella frase!
Eddai!
Ma in questo articolo non parleremo solo della sua maggiore opera, parleremo infatti anche degli altri libri di Dante Alighieri.
I libri e gli scritti di Dante convengono tutti gli aspetti (sociali, filosofici, religiosi, politici, artistici, persino “scientifici”) della vita del Medioevo.
In questo senso la figura di Dante appare radicata alla sua epoca più di qualsiasi altra della nostra storia letteraria.
Allo stesso tempo non poche ragioni rendono i libri di Dante straordinariamente attuali.
Basti pensare che Dante è il fondatore della lingua comune d’Italia!
Con il libro la “Vita nuova“ egli scrive il primo romanzo della nostra letteratura; con il Convivio offre il primo grande modello di prosa filosofico-scientifica in volgare; con la Commedia, un insuperato modello di poesia e di narrazione. Difende soprattutto con il De vulgari eloquentia (L’eloquenza in lingua volgare) la nuova lingua e ne determina la tradizione letteraria, stabilendo solidissimi canoni storico-letterari.
Ma parliamo in modo più specifico di questi libri di Dante che abbiamo appena nominato.
I Principali Libri di Dante Alighieri da leggere assolutamente
La Vita nuova
La Vita nuova è la prima opera organica di Dante. Essa raccoglie una parte dei testi poetici composti nella prima giovinezza, inseriti in un lungo racconto in prosa che funge da contesto narrativo e da commento ai testi poetici. L’organizzazione definitiva dell’opera risale al 1293. Nei quarantacinque capitoli della Vita nuova viene raccontato l’amore per Beatrice e le vicende successive alla sua morte.
Vita Nuova

La cronaca poetica del passaggio dall’amore all’Amore per Beatrice. La Vita Nuova alterna il racconto in rime e prose poetiche e contiene alcune tra le più belle poesie scritte da Dante. L’edizione, curata dall’italianista Manuela Colombo, ha una prefazione dell’illustre filologa e scrittrice Maria Corti.
Rime
Prende oggi il nome di Rime l’insieme delle composizioni poetiche attribuite a Dante e non incluse nè nella Vita nuova nè nel Convivio.
Le Rime abbracciano il periodo che va dal 1283 al 1307. È possibile suddividere le rime in cinque gruppi secondo criteri tematici, stilistici e cronolocigi:
- Rime stilnovistiche
- Tenzone con Forese Donati
- Rime allegoriche e dottrinali
- Rime “petrose”
- Rime dell’esilio.
Le Rime
Non fu Dante a dare ordinamento alla propria produzione poetica, che copre un arco creativo di circa un ventennio (1283-1302). Le Rime , di datazione spesso incerta, non presentano dunque le caratteristiche di un organico canzoniere, ma danno conto nel loro insieme di un ricco itinerario di sperimentazione che comprende, oltre a un gruppo di 25 componimenti esclusi dalla Vita nuova e ai versi giovanili di impronta cavalcantiana, tutte le esperienze successive alla fase dello stilnovismo schematicamente raggruppabili intorno ad alcuni nuclei tematici. Accanto alle liriche amorose per la «donna gentile», probabile allegoria della filosofia, e alle ballate e canzoni dedicate a una certa «pargoletta», in cui riaffiora e si approfondisce la lezione dello Stilnovo, spiccano in particolare le rime «petrose», tese e allucinate nel loro stile aspro e raffinato di derivazione provenzale, in cui Dante tocca vertici di virtuosismo espressivo; la tenzone in sei sonetti con l’amico Forese Donati, che col suo tono burlesco e osceno ricorda le malebolge dell’ Inferno ; e infine le liriche dottrinali, nelle quali si respira già l’atmosfera spirituale e morale del poema maggiore.
Convivio
Il Convivio è un’enciclopedia del sapre medievale strutturata in “trattati”, il primo introduttivo, gli altri contenenti un testo poetico e relativo al commento. Il Convivio doveva contenere quindici trattati, uno introduttivo e quattordici dedicati al commento di altrettante canzoni. Questa rimane ad oggi l’opera incompiuta tra i libri di Dante.
Il convivio.
Il De vulgari eloquentia
Il De vulgari eloquentia fu probabilmente composto tra il 1303 e il 1304. Tema principale dell’opera è la definizione di una lingua volgare illustre, nonchè una rassegna delle forme retoriche (metrica, stile, ecc..) nelle quali inpiegare la nuova lingua Italiana. Anche questo fa parte dei libri di Dante incompiuti.
De vulgari eloquentia
Un’introvabile pantera dal respiro profumato: è questa l’immagine con cui Dante definisce l’oggetto della propria ricerca nel “De vulgari eloquentia”, il trattato dedicato al problema della lingua poetica italiana. Un libro che rievoca con esplicito orgoglio le esperienze letterarie di gioventù del suo autore, sancisce il trionfo del “nuovo stile” e che soprattutto non smette di affascinarci per l’intelligenza e la capacità dantesche di anticipare tutte le questioni che hanno caratterizzato la nostra modernità, dalla storia della lingua a quella letteraria, dalla metrica alla filosofia del linguaggio. Questioni che il puntuale commento di Giorgio Inglese contribuisce a sottolineare e a chiarire in maniera perfetta.
La Monarchia
È l’unica opera teorica che Dante completò, essa raccoglie in forma organica e in tre libri le idee politiche dell’autore. La sua composizione risale agli anni tra il 1310 e il 1313.
Monarchia. Testo latino a fronte
La Monarchia temporale, che chiamano ‘Impero’, è dunque il principato di uno solo e al di sopra di tutti, nel tempo ovvero in ciò e sopra di ciò che ha dimensione temporale. Ora intorno ad essa sorgono tre principali questioni: in primo luogo appunto sorge la questione, se essa sia necessaria al buono stato del mondo; in secondo luogo, se il popolo romano abbia rivendicato a sé di diritto l’ufficio di Monarca; e in terzo luogo, se l’autorità del Monarca dipenda da Dio immediatamente oppure da un ministro o vicario di Dio.” È Dante stesso a porre le questioni dottrinali che intende affrontare nel suo trattato. Forme e lingua – il latino – sono quelle tradizionali della trattatistica; rivoluzionarie invece le tesi sostenute, quelle “intemptate veritates” che fanno della “Monarchia” l'”espressione dottrinale del problema del dualismo permanente e della tensione concorrenziale tra due poli, lo spirituale e il temporale”. Si tratta di “un’opera che nella tradizione giuridico-politica europea condensa in modo originale, per rielaborarlo in chiave rivoluzionaria, un ampio retaggio d’idee e di dottrine”, come afferma Diego Quaglioni, noto studioso di diritto medievale, cui si deve il commento.
Le opere minori
Da ricordare, fra le altre opere, le Epistole (tredici lettere scritte da Dante in latino per iniziativa personale o per conto degli altri) e le Egloghe (due componimenti poetici in esametri latini sul modello delle Bucoliche di Virgilio)
Tre Epistole Latine di Dante Allighieri: Restituite a Più Vera Lezione, Annotate e Tradotte da Luigi Muzzi (Classic Reprint)
Le egloghe di Dante
Il Libro più famoso tra i libri di Dante: La Divina Commedia
Il poema Dantesco è diviso in tre cantiche e la materia è distribuita in cento canti: 1 proemio iniziale dell’opera intera e 33 canti per l’Inferno, 33 per il Purgatorio e 33 per il Paradiso.
Possiamo notare subito un forte legame con la simbologia numerica anche solo nella composizione strutturale dell’opera: 3 Cantiche da 33 canti strutturate in terzine (il numero 3 rappresenta la Trinità, ovvero ciò che Dante stesso spera di poter raggiungere alla fine del suo “viaggio immaginario”.
La Cantica che più trovo affascinante e coinvolgente è quella dell’Inferno, non solo per la distribuzione dei peccatori e per la legge del contrappasso con i quali questi ultimi vengono puniti, ma per come tutto ciò viene descritto, per le emozioni che trapelano dalle parole di Dante nei vari incontri con i personaggi dei vari gironi, per le immagini forti e le descrizioni così dettagliate che sembra quasi che tutto ciò non sia un racconto di un viaggio immaginario, ma qualcosa che esiste veramente.
Ovviamente l’intera opera è radicata nel pensiero medievale dell’epoca, e ne è quasi uno specchio della concezione sociale e culturale del tempo.
Qui vi elenco le versioni della Divina Commedia che più apprezzo, con approfondimenti e parafrasi dei testi fatti a regola d’arte.
La Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso

La Divina Commedia. Ediz. integrale. Con e-book. Con espansione online

La Divina Commedia. Per le Scuole superiori. Ediz. integrale

La Divina Commedia. Ediz. integrale

Cento canti di altissima poesia: la “Divina Commedia” è il capolavoro della letteratura italiana, l’opera immortale del nostro sommo poeta, commentata in questa edizione – che riproduce il testo critico secondo l’ultima vulgata stabilita da Giorgio Petrocchi. Il primo a definire “divina” la “Commedia” di Dante fu Boccaccio; il titolo “Divina Commedia” risulta per la prima volta in una edizione del 1555. Il senso del viaggio dantesco nell’Oltretomba può essere rintracciato nella discussa “Epistola” a Cangrande della Scala – al quale l’autore dedica il “Paradiso” – in cui Dante spiega di aver voluto mostrare agli uomini che l’unico modo per elevarsi dalla loro condizione di peccatori e per conquistare la verità e la salvezza è quello di affidarsi al retto uso della ragione. Introduzione di Italo Borzi.
INFERNO – LA DIVINA COMMEDIA FACILE: Testo integrale annotato con riassunti, schemi e mappe concettuali

- Libri di Nicola Vitale Migliori da leggere e Consigliati
- Libri di Evgenij Zamjatin Migliori da leggere e consigliati
- Migliori Libri sulla Grecia
- I migliori libri di Psicologia da leggere assolutamente | Libri per capire la psicologia umana
- Libri di Paola Catella Migliori da leggere e consigliati
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.